Primo maggio, Crespi “apre” i negozi

Il primo cittadino accoglie la richiesta arrivata dai commercianti

Vetrine illuminate per il Primo maggio santangiolino. In controtendenza rispetto al resto della provincia, la stragrande maggioranza dei commercianti di Sant’Angelo terrà aperte le attività in occasione della tradizionale festa dei lavoratori. Se a Milano le aperture saranno a macchia di leopardo e a Lodi le saracinesche saranno abbassate e, ad allietare la voglia di acquisti, ci saranno i banchi del mercato ambulante, da palazzo Delmati è arrivato il via libera all’apertura in deroga delle attività. Una possibilità offerta agli esercenti, che potranno quindi decidere in autonomia se tenere aperte o meno le porte dei loro negozi. Un’occasione a cui i commercianti santangiolini non sembrano voler rinunciare. «Sapevamo che il mercato ambulante si sarebbe svolto regolarmente - spiega Cristiano Bassi, titolare del “Bar del ponte” e referente degli esercenti santangiolini - e abbiamo pensato di chiedere direttamente al comune la possibilità di ottenere un’apertura straordinaria per poter tenere illuminate le vetrine della città». Anche in virtù del periodo piuttosto difficile per i registratori di cassa. «Con il mercato e la giornata di festa - aggiunge Bassi - , ci sembrava ingiusto che i commercianti fossero penalizzati. In questo periodo, anche solo una giornata positiva in più, aiuta a migliorare la situazione». E a vedere rosa riguardo al futuro. Lo scorso anno anche nella città del Barbarossa le saracinesche erano rimaste alzate nella giornata della festa del Lavoro, scatenando numerose proteste. A Milano, le prime polemiche non hanno tardato ad arrivare e i sindacati di categoria - Filcams-Cgil, Uiltucs-Uil e Fisascat-Cisl - hanno annunciato uno sciopero per l’intera giornata in risposta alle decisioni della giunta Moratti. «Proteste che personalmente non capisco - chiosa il sindaco di Sant’Angelo Domenico Crespi - : ho ricevuto una richiesta diretta che è stata presa in considerazione e accettata. Credo chi protesta non abbia nient’altro da fare. In un periodo come questo, non possiamo fare miracoli, ma tenere aperta l’attività in una giornata di festa può essere importante per i commercianti».

Se la scelta è dunque tutta nelle mani degli imprenditori, l’indirizzo che sembra prevalere è quello di celebrare la Festa del lavoro, “lavorando”, come in qualsiasi altra domenica mattina dell’anno solare. Ovvero tenendo le serrande alzate al mattino per chiuderle poi nel pomeriggio, ma non è escluso che qualcuno degli esercenti non decida di fare gli straordinari tenendo aperto tutto il giorno.

Rossella Mungiello

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