«Più guardie volontarie contro i bracconieri del Po»

Raddoppiare il numero delle guardie ittico-venatorie nella provincia di Lodi. È l’obiettivo del presidente Mauro Soldati alla luce di quanto emerso nell’incontro di ieri a palazzo San Cristoforo con il presidente della provincia di Piacenza Francesco Rolleri, Carlo Vezzini presidente della provincia di Cremona e il comandante della polizia provinciale di Pavia, presenti anche le polizie provinciali di Lodi e Cremona.

Tema all’ordine del giorno la lotta al bracconaggio che sta saccheggiando i corsi d’acqua dei rispettivi territori, con particolare allarme per il Po. Il primo aprile l’amministrazione ittico-venatoria passerà sotto regione Lombardia analogamente a quanto già avvenuto in Emilia-Romagna, e trattandosi di regioni confinanti, i rappresentanti delle province di Lodi, Pavia e Cremona hanno deciso di sollecitare congiuntamente al Pirellone la chiusura della pesca professionale nelle ore notturne sull’asta del Po di sua competenza, uniformandosi a quanto già disposto dalla regione Emilia-Romagna. Il tutto per agire uniti sulle due sponde del Po. Stabilito ciò, gli interlocutori seduti al tavolo hanno affrontato la questione della vigilanza ittica, che resterà invece in capo alle Provincie.

Dati alla mano le sanzioni comminate dalle Guardie Ecologiche Volontarie e dalle Guardie Volontarie Venatorie e Pescatorie restano inevase, motivo per cui si è deciso di puntare sulla prevenzione piuttosto che sulla repressione. «Nel momento in cui si pensano misure restrittive occorre capire se le sanzioni che vengono comminate sono efficaci e come le si presidiano - dichiara Soldati -. Sul primo aspetto emerge in modo diffuso che le sanzioni spesso non vanno a buon fine. La verifica dei documenti presentati e gli accertamenti successivi in molte occasioni danno un riscontro negativo in quanto il soggetto sanzionato o risulta irreperibile o non risulta residente laddove dichiarato o indicato. Il tema centrale è quindi come possiamo controllare il territorio, considerando che in tutte le Province il personale deputato a questa funzione si è ridotto significativamente».

La soluzione è quindi formare nuove guardie volontarie, e più specificamente in provincia di Lodi si punta a raddoppiare le attuali, che sono una quarantina. «La scelta di organizzare i controlli in modo congiunto condividendo mezzi e uomini è una prima risposta per provare a presidiare al meglio il territorio, comunque con la consapevolezza che serve anche dell’altro – conclude Soldati –. A tal fine le quattro Province hanno condiviso l’obiettivo di formare nuove guardie volontarie pescatorie, dandosi mandato affinché vengano organizzati specifici corsi, condividendo le professionalità presenti nei rispettivi enti per le docenze necessarie all’obiettivo».

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