Pendolari, il rimborso è una beffa

Ammonta a poco più di 13 euro il bonus che un viaggiatore di Casale ha incassato da Trenord:

«È assurdo dopo tutto quello che abbiamo patito»

Poco più di 13 euro: a tanto ammonta il rimborso che Trenord ha riservato ai pendolari con abbonamento annuale per i fortissimi disagi dello scorso dicembre, quando durante l’adozione del nuovo orario invernale sulle tratte del Nord Italia capitò di tutto, e per una settimana la circolazione fu quasi paralizzata con soppressioni a catena, ritardi di ore, treni in fermata straordinaria e altri vari disagi. Almeno in quell’occasione Trenord ammise i problemi e presto decretò che avrebbe subito erogato un bonus straordinario con l’abbassamento del 25 per cento del costo dell’abbonamento del mese di febbraio, su tutte le direttrici. Inoltre, annunciò l’apertura di una procedura di rimborso per un valore del 25 per cento dell’importo per chi tra il 9 e il 15 dicembre fosse stato in possesso di biglietti semplici e abbonamenti settimanali o mensili, e del 10 per cento del valore dell’importo mensile per gli abbonamenti annuali. È sulla base di questi rimborsi che un pendolare della Bassa, Andrea Ferrari di Casale, si è visto recapitare la settimana scorsa una lettera di Trenord che gli annunciava il mirabolante rimborso di 13 euro e 15 centesimi, da andarsi a prendere, presentandosi con la lettera sottoscritta, presso un apposito punto informativo alla stazione di Milano Garibaldi. «È assurdo che Trenord riconosca un rimborso del genere per tutto quello che abbiamo passato, ma anche per quello che continuiamo a passare quotidianamente - dice Andrea Ferrari -. La nostra linea è quella meno considerata in tutta la Lombardia, con i treni più vecchi e inefficienti. E questo è un servizio? Dovrei avere diritto al rimborso per tutti i mesi in cui viaggio, e non solo a dicembre. I pendolari fanno bene a lamentarsi perché Trenord ci ha completamente dimenticato, e sulla linea per Bologna, noi casalini siamo quelli oltremodo penalizzati». Gli stessi rimborsi, oltre a toccare cifre irrisorie, sono stati pubblicizzati malamente, potevano essere richiesti, su iniziativa del pendolare, solo a febbraio e marzo, senza certezze sui tempi dell’erogazione. Il risultato è che quasi tutti si sono accontentati del bonus immediato e basta, uno sconto sull’abbonamento. «Della questione dei rimborsi sappiamo poco o nulla, e come associazione non avevamo dato indicazioni su come procedere all’epoca - dice Stefano Oltolini del Gruppo Pendolari Casale -. Non so quanti l’abbiamo richiesto, anche se non era incompatibili anche con eventuali azioni giudiziarie». Già perché i disagi di dicembre, la settimana nera del trasporto, ha lasciato uno strascico giudiziario e una class action che Altroconsumo, forte di oltre 15 mila preadesioni (in arrivo anche dal Lodigiano), a febbraio ha depositato al tribunale di Milano. Il 23 ottobre il tribunale deciderà sull’ammissibilità o meno della class action, con cui si richiede il rimborso di tre mesi di abbonamento per pendolare.

Andrea Bagatta

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