
Adescava minorenni tramite Facebook e, dopo essere diventato loro amico, si faceva inviare foto “intime” in cambio di ricariche per il cellulare. Fra le vittime di un 38enne di Romano di Lombardia, Bergamo, arrestato dalla squadra mobile per “induzione alla prostituzione minorile”, c’è anche un 17enne della Bassa, di origini marocchine, che lo scorso febbraio si è rivolto alla questura di Lodi per sporgere denuncia. Con lui, infatti, il pedofilo era andato oltre: gli aveva chiesto un appuntamento, all’apparenza innocuo, nel quale aveva provato a molestarlo.
Il suo racconto ha fatto scattare le indagini, coordinate dal pubblico ministero Ester Nocera. Si è scoperto quindi che l’uomo, M.S. le iniziali, aveva circa 750 “amici” su Facebook, di cui 450 ragazzi (anche minorenni) di tutto il nord Italia. A suo carico, inoltre, risultava un’altra denuncia presentata alla questura di Sondrio da parte di un 15enne.
Con l’aiuto della polizia postale, poi, si è scoperto quale “rapporto” instaurava con quei ragazzi: prima amichevole, poi sempre più intimo fino ad arrivare allo scambio di foto in cambio di ricariche telefoniche. Con altri arrivava fino all’incontro.
Il 17enne della Bassa non ha detto di aver inviato foto al 38enne. Però ha accettato il suo invito quando lui gli ha chiesto un incontro con la scusa di andare a Lodi a fare degli acquisti. M.S. è passato a prenderlo a casa, poi si è diretto in una zona isolata vicino a Somaglia e lì ha tentato un approccio sessuale. Il ragazzo però, sconvolto, ha trovato il coraggio respingerlo e si è fatto riaccompagnare a casa. Dopo qualche giorno è andato con il padre a fare la denuncia in questura.
Dopo il fermo, c’è stata la perquisizione. E sul cellulare del 38enne, utilizzato abitualmente come pc, sono state trovate decine di foto compromettenti.
L’uomo ora si trova nel carcere di Bergamo. Si tratta di un incensurato che vive con la madre e lavora come artigiano nel Bergamasco. In passato era stato anche allenatore di una squadra ciclistica di ragazzi. Un insospettabile, insomma. È accusato di “induzione alla prostituzione minorile“ e “pornografia minorile”, reati che prevedono ognuno dai sei ai dodici anni di reclusione.
Le indagini su di lui intanto proseguono, per chiarire quanti minori abbia adescato. Il timore è che, oltre al 17enne di Casale, anche altri ragazzi lodigiani siano caduti nella sua “rete”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA