Pantaeco, mobilità per i 15 dipendenti

Pantaeco verso il concordato preventivo: giovedì la firma per la mobilità dei 15 lavoratori diretti mentre ancora nessuna indicazione è arrivata alle istituzioni rispetto al cronoprogramma di interventi ambientali urgenti che la società avrebbe dovuto produrre entro metà mese o al più tardi il 20 gennaio. Si è tenuto ieri pomeriggio l’incontro che avrebbe dovuto sancire la firma delle organizzazioni sindacali e dell’azienda sulla richiesta di mobilità per gli ultimi 15 lavoratori rimasti alle dirette dipendenze di Pantaeco. L’accordo però non è stato siglato per l’assenza del responsabile aziendale con potere di delega ed è stato rimandato a giovedì mattina. L’azienda ha già effettuato però il versamento obbligatorio per poter accedere alla mobilità, e non sembrano esserci ostacoli per la firma. Il provvedimento era caldeggiato ormai dagli stessi lavoratori perché consente loro di ottenere qualche tipo di ammortizzatore sociale. «Per noi era importante mettere un paracadute sociale alla situazione davvero pesante e difficile dei lavoratori - dicono Giampiero Bernazzani segretario della Femca Cisl e Francesco Cisarri segretario Fictem Cgil -. Poi sappiamo che c’è una delicata questione ambientale da risolvere, ma il nostro compito è cercare di tutelare i lavoratori». Proprio nel corso dell’incontro è uscita la duplice volontà aziendale, da una parte di rispettare gli accordi presi con le istituzioni per presentare un calendario delle attività di messa in sicurezza da svolgere, dall’altra di andare verso il concordato preventivo, una formula pre-fallimentare che cerca di tutelare i creditori. Aderendo al concordato preventivo l’azienda riconosce un piano di rientro dai debiti che comporta il pagamento al 100 per cento dei cosiddetti creditori privilegiati, primi fra tutti proprio i lavoratori, e in percentuale minore di altri tipi di debito secondo uno schema concordato tra le parti. È la formula utilizzata normalmente in fase prefallimentare per cercare di dare ai creditori almeno una parte delle proprie spettanze.

L’ipotesi più probabile è che la richiesta di concordato preventivo sia funzionale a un progetto in cui le attività Pantaeco sono rilevate in toto o in parte da un nuovo socio, di cui ormai si parla dall’estate scorsa. Tutto è ancora incerto però.

Quello che è certo è che dopo nove mesi di blocco delle attività in seguito al fermo amministrativo imposto dalla Provincia di Lodi per mancanza di requisiti di sicurezza ambientale e dopo l’ultima chance concessa a Pantaeco dalle istituzioni nel corso dell’incontro di fine dicembre, le prescrizioni ambientali richieste ancora non sono state soddisfatte. Comune, Provincia e Regione avevano chiesto di presentare entro metà gennaio o il 20 al più tardi un programma di lavori con le relative coperture economiche e quindi di effettuare 20 trasporti la settimana di percolato per svuotare le vasche. A oggi però il cronoprogramma non è ancora stato presentato e i trasporti di percolato sono stati circa una decina.

Andrea Bagatta

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