Ottantenni mettono in fuga il finto carabiniere

Marito e moglie ottantenni faccia a faccia con un ladro dentro casa. Erano pressappoco le 21.15 di sabato e fuori non aveva ancora iniziato a far buio, quando un malvivente ha adocchiato la porta d’ingresso aperta della villa all’angolo tra via Cavallotti e via Scotti a Casale e senza esitare ha forzato il cancelletto del giardino per poi intrufolarsi nell’abitazione lungo il Brembiolo.

Scavalcato il parapetto del canale e manomesso il cancello, il malvivente è giunto fin sulla soglia della villa. A quell’ora la padrona di casa stava guardando la tv in cucina con il marito e non appena ha visto l’ombra dell’uomo proiettata lungo il corridoio, trattenendo la paura si è alzata ed è andata a controllare. Preso in contropiede, l’intruso ha accampato subito una scusa: «Mi ha detto che aveva appena catturato un ladro e che dovevo uscire per riconoscerlo perché sosteneva di essere un mio operaio - racconta l’anziana -. Ma io e mio marito siamo due pensionati e non abbiamo mai nemmeno avuto una ditta. Lì per lì ho pensato che si riferiva forse all’uomo che viene da noi a zappare, poi ho capito che il ladro era lui e ho chiamato mio marito perché avvisasse il 112».

A quelle parole il malvivente ha tentato l’ultima carta esibendo un tesserino e presentandosi come carabiniere. «Ma no signora, sono io un carabiniere, chi vuole chiamare» ha millantato nella speranza di scoraggiare la coppia dall’allertare le forze dell’ordine. L’anziana però non ha mostrato segni di cedimento e di tutta risposta ha messo lo sconosciuto alla porta gridandogli di andarsene. «I vicini mi hanno detto di aver sentito le mie urla e di aver pensato che stessi allontanando un gatto».

Invece era un malintenzionato, come si è appurato all’arrivo di carabinieri e della polizia locale, che hanno trovato il cancello scassinato. Raccolte informazioni sull’identikit del ladro, un uomo robusto sulla quarantina che parlava italiano, sono partite immediatamente le ricerche. «Avevamo tenuto la porta aperta per far entrare un po’ d’aria - sospira l’80enne -. Teniamo sempre chiuso e abbiamo fatto mettere anche le inferriate, ma con questo caldo è impossibile. Nelle scorse settimane erano già venute due donne sospette, una spacciandosi per una mia parente e poi l’altra come una vecchia negoziante della zona, ma non ho aperto e alla fine se ne sono andate».

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