Ostaggi dei locomotori guasti

Sabato un convoglio si è fermato per oltre un’ora

Ostaggi dei treni fermi per guasti ai locomotori. È l’ultima disavventura vissuta tra venerdì e sabato dai pendolari di ritorno dal lavoro e da chi ha scelto le rotaie per spostarsi nel week end, viaggiatori alle prese con corse cancellate e incidenti tecnici che hanno creato ritardi a cascata sulle corse ed estenuanti attese.

Sabato mattina l’Intercity Milano-Pescara si è arenato all’altezza della stazione di Secugnago per un guasto alla locomotiva e i passeggeri hanno dovuto aspettare più di un’ora prima che il convoglio ripartisse. Un ritardo che per qualcuno ha significato perdere coincidenze con altri treni o cancellare appuntamenti già fissati molto tempo prima.

La loro rabbia fa il pari con quella provata venerdì sera dai pendolari in rientro da Milano, che dopo essere stati lasciati a piedi dal Milano-Piacenza delle 18.30 cancellato, avevano per un attimo creduto nella puntualità del 2285 diretto a Bologna fatto fermare dalle Ferrovie dello Stato in stazione a Rogoredo. Una volta saliti a bordo, sembrava che le cose stessero andando bene. Sembrava. Perché alle porte di Casalpusterlengo, a 800 metri circa dall’arrivo in stazione, il treno si è inspiegabilmente bloccato lasciando di sale i pendolari che contavano di rientrare a un orario decente a casa.

«Siamo arrivati un po’ prima di Casale tutto sommato abbastanza in orario - ha detto Davide Stroppa, pendolare casalino -. Ma all’improvviso il treno si è fermato e dopo un quarto d’ora siamo stati informati che davanti a noi c’era un altro treno guasto per cui si doveva aspettare che ripartisse». L’imprevisto si è verificato intorno alle 19 e Davide Stroppa e gli altri passeggeri hanno toccato terra solo alle 21. Due ore di agonia, in cui allo sdegno si è mescolata una certa rassegnazione. «La sensazione era un misto tra fatalismo, perché in definitiva il treno sul quale viaggiavamo non c’entrava con il guasto, e dall’altra parte l’esasperazione dettata da una settimana che per chi ha viaggiato in treno è stata uno stillicidio».

Dopo un quarto d’ora a guardarsi in faccia senza avere spiegazioni, il capotreno è passato a informare i viaggiatori dell’inconveniente al convoglio che precedeva il Milano-Bologna. E a quel punto nei vagoni si è diffuso un generale mugugno, mentre i più esasperati sono sbottati in pesanti imprecazioni. Una collera figlia della via crucis iniziata per i pendolari già lunedì mattina e che li ha accompagnati fino all’ultimo giorno della settimana lavorativa. Come se non bastasse, venerdì sera la temperatura sul treno 2285 fermo a un passo dallo scalo ferroviario casalino si è drasticamente abbassata, con buona pace per le persone a bordo che hanno dovuto aspettare la ripartenza al freddo. «Le carrozze già non erano caldissime - ha raccontato un pendolare -. Poi si sono raffreddate ancora di più e siamo rimasti così per un’altra ora e mezza». L’odissea dei viaggiatori si è conclusa all’alba delle 21, quando i lodigiani di ritorno dal lavoro sono arrivati finalmente a casa.

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