Orio, in fila per il Grande fratello

Micol vorrebbe aprire un asilo nido, Luca andare a vivere con la ragazza, Marwane aiutare suo padre a pagare il mutuo. Sogni di ragazzi semplici che hanno tutti una cosa in comune: vorrebbero partecipare (e vincere) alla prossima edizione del “Grande fratello”. Circa una cinquantina le persone che, lo scorso mercoledì sera, ha varcato la soglia del discopub Matrix di Orio Litta per sottoporsi ai provini necessari a conquistarsi un posto nella casa più spiata d’Italia: equamente suddivisi in maschi e femmine, un’età media inferiore ai trent’anni, gli aspiranti “gieffini” lodigiani non assomigliano affatto ai concorrenti tipo di questo popolarissimo reality show. Tanto per cominciare hanno un look acqua e sapone, e nonostante qualche rossetto più vistoso del solito e l’abbigliamento curato, sembrano appena usciti dall’oratorio. L’idea di diventare famosi, poi, non interessa, quello che conta è soprattutto il montepremi: «È per questo che ho deciso di partecipare» conferma Micol, 23 anni di Mairago, «faccio la maestra d’asilo e se dovessi vincere mi piacerebbe aprirne uno tutto mio, è il mio grande sogno». Anche Luca Invernizzi di Guardamiglio nutre aspirazioni simili: «Faccio il provino perché spero, nel caso venissi preso, di arrivare in fondo e con i soldi in palio andare a vivere con la mia ragazza e aprire un’officina meccanica. Però non sono sicuro di essere pronto ad affrontare il mondo dello spettacolo: sono un trascinatore, mi piace stare in mezzo alla gente, a detta dei miei amici sono un tipo simpatico, ma da qui a lavorare in televisione ce ne passa». Chi invece ha tutta l’aria di non vedere l’ora di mettersi sotto i riflettori è quella ragazza in minigonna che ha appena superato la barriera dei bodyguard: stivali da moschettiere e guanti in pizzo, sembra nata per mettersi in mostra. E invece no, per lei niente “Grande fratello”, non si sa se per scelta deliberata o per la delusione di non essere stata invitata con sufficiente convinzione dagli organizzatori del casting. Un casting rigorosamente a porte chiuse, tanto che per scoprire quali domande vengono rivolte ai candidati, chi scrive ha dovuto per forza sottoporsi al provino in prima persona. Primo step: la compilazione della scheda informativa - nome, indirizzo, esperienze significative, peso, altezza e misura delle scarpe, della serie «puoi averci pure una laurea in astrofisica, ma se vieni male in televisione non ci interessi». Seconda fase: l’attesa sui divanetti, vietati i contatti con eventuali accompagnatori e il consumo di bevande; si vede che la telegenia migliora con la sete. Terza fase: la prova telecamera, con l’operatore che ti fa le prime domande che gli vengono in mente giusto per vedere come parli e come ti muovi. Quarta e ultima fase: i commenti con gli amici, tipo un realistico «mi sa che ho fatto una figuraccia, aiuto», o un ottimista «è andata benissimo, mi sa che ci sono». Sognare non costa nulla (le consumazioni al bancone, invece, sì), e poi, come dice Marwane «tanto sono disoccupato, un colloquio in più o in meno cosa vuoi che cambi». Qualcuno gli spieghi che il “Grande fratello” non è quel che si dice un lavoro, o forse sì? A pensarci bene, di questi tempi, è uno dei pochi che rende.

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