Mostra Avis Admo a Casale per comprendere la donazione di midollo VIDEO

«A volte non basta il pubblico di uno stadio per trovare una persona compatibile»

Le donazioni di midollo osseo e di cellule staminali emopoietiche possono salvare vite. Da qui l’invito a diventare donatori lanciato da Avis e Admo con la mostra “Made with blood, made with love” di Barbara Bossi e di Giuseppe Casu, inaugurata sabato nella biblioteca di Casale: un’esposizione in cui Barbara, iscritta al registro nazionale donatori di midollo osseo dal 2007, ha raccontato il lungo percorso dei malati all’interno dell’ospedale San Raffaele a partire dalla telefonata che ricevette nel 2016 per valutare la sua compatibilità per una donazione di midollo osseo. Alla fine non fu lei a donare, altri risultarono più compatibili, ma quell’esperienza, unita alla passione per la fotografia che l’accomuna a Giuseppe, diede forma alla mostra ora esposta.

«Ci troviamo nella biblioteca, spazio culturale per eccellenza - ha spiegato Casimiro Carniti, presidente dell’Avis di Casalpusterlengo, affiancato da Monica Fiorentini di Avis provinciale - e la cultura della donazione è cultura». Necessita di conoscenza, umanità e cuore. Andrea Faliva, il giovane di Casalpusterlengo, che per Admo raggiunge le scuole della provincia per sensibilizzare sul tema della donazione, ha sottolineato: «È difficilissimo trovare donatori compatibili, anche all’interno di una stessa famiglia». Non basta a volte uno stadio di San Siro per trovare un donatore compatibile. Gian Antonio Ongis, medico di riferimento per Avis, si è detto disponibile a dare supporto medico-scientifico per chi vuole diventare donatore. Quindi la testimonianza di Elena Forcella, malata leucemica di Zorlesco, che ha scelto di raccontare la sua storia in un libro curato da Avis in uscita a maggio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA