Morta dopo l’iniezione, farmacista indagata

Questa mattina a Lodi sarà eseguita l’autopsia sul corpo di Maria Rosa Gargantini, la 76enne brianzola residente da anni a Cavacurta deceduta martedì sera all’ospedale Maggiore dopo essere rimasta due giorni in coma, mentre nel registro degli indagati risulta sia stata iscritta una farmacista lodigiana. L’esame autoptico dovrà confermare se esiste o no un legame tra l’iniezione di ceftriaxone che lunedì 5 ottobre la donna si era fatta fare da una conoscente dopo aver acquistato il farmaco in farmacia, al posto dell’antibiotico che le aveva prescritto il medico curante poco prima. Nella ricetta il dottore di famiglia aveva prescritto un antibiotico di vecchia generazione, ma “sicuro”, che Maria Rosa prendeva da qualche anno e che non le aveva mai dato problemi. Lo prendeva da dopo che nel febbraio 2013 aveva avuto una reazione allergica ad un antibiotico allo ceftriaxone che assumeva alla bisogna per via iniettiva e che quella volta l’aveva fatta finire in ospedale, per cui il medico curante lo aveva sostituito con un altro antibiotico. Ma lunedì pomeriggio, secondo una ricostruzione dei fatti al momento oggetto d’indagine, Maria Rosa sarebbe entrata in farmacia e la farmacista le avrebbe detto che il farmaco della ricetta non era disponibile, proponendole quindi un “generico”. Come siano andate a quel punto realmente le cose è da chiarire: se sia stata la farmacista ad indicare in alternativa l’antibiotico contenente ceftriaxone oppure la 76enne a richiederlo. È un fatto che Maria Rosa sia tornata a casa non con il prodotto farmaceutico che le aveva scritto nella ricetta il medico di base né con un generico, bensì con un antibiotico dal principio attivo uguale a quello che le aveva dato l’allergia in passato. A rivelarlo è il medico curante stesso: «La signora Gargantini soffriva di bronchite cronica - spiega -. Nel febbraio 2013 era finita in pronto soccorso per una reazione orticarioide a un antibiotico che aveva sempre preso, ma verso il quale aveva sviluppato un’allergia, cosa che può succedere. C’è un referto che lo documenta». Consapevole del precedente, quando la paziente era entrata nel suo studio lamentando un principio di bronchite e insistendo perché le desse un antibiotico, il dottore si era naturalmente guardato bene dal prescriverle il farmaco che poi la donna ha invece acquistato in farmacia. Tornata a casa, la pensionata si è quindi fatta fare la puntura ed è subito collassata sul pavimento della cucina. Pochi minuti dopo era già in coma. La nuora e la madre di questa sono subito intervenute a prestarle soccorso praticandole il massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca, mentre arrivavano sul posto la guardia medica e i sanitari con i defibrillatori. Poi il marito della 76enne è corso trafelato a chiamare il medico curante che era ancora in ambulatorio e il dottore l’ha subito seguito. Il flacone del medicinale contenente la molecola cui la donna era allergica era ancora sul tavolo. Maria Rosa in arresto cardiorespiratorio a terra. In un istante il medico ha capito la gravità della situazione. I soccorritori sul posto stavano già operando nel migliore dei modi, ma le condizioni della donna erano gravemente compromesse. Dopo i tentativi di rianimarla con i defibrillatori, Maria Rosa Gargantini è stata portata d’urgenza all’ospedale di Codogno e ricoverata in rianimazione. Solo nel primo pomeriggio di martedì è avvenuto il trasferimento al Maggiore di Lodi per ragioni sanitarie e qui la sera stessa Maria Rosa è morta. Ora la procura della Repubblica indaga per l’ipotesi di omicidio colposo. Per mera esigenza tecnica, al fine di dare la possibilità di partecipare all’autopsia e ai conseguenti esami con un proprio consulente di parte, trattandosi di un accertamento tecnico irripetibile, risulta sia stata iscritta nel registro degli indagati una farmacista lodigiana. La procura e i carabinieri della compagnia di Codogno stanno verificando punto per punto quanto ricostruito dai parenti nel loro esposto, che chiede di fare chiarezza e accertare eventuali colpe ed errori, e, anche se il quadro fa pensare a un improvviso shock anafilattico, dalla procura guidata da Vincenzo Russo trapela solo l’invito alla massima cautela. Saranno i periti incaricati dal pm a stabilire se il decesso sia stato causato da una reazione allergica.

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