«Mi è spirata tra le braccia»

«È morta tra le mie braccia». Il viso tirato e l’espressione seria di chi non può spiegare quello che ha dentro, il 58enne di Cavacurta che ha tentato di salvare la pediatra piacentina, ieri ha raccontato gli ultimi momenti di vita della 54enne e il dramma di non poter far nulla per salvarla.

«All’inizio non avevo visto dov’era finita l’auto blu - ha detto -. Nell’arrivare col furgone vicino all’incidente mi sono fermato dietro la Range Rover e sono corso a vedere che il conducente non avesse niente. Era un po’ intontito, ma ho capito subito che era salvo». Poi l’uomo si è guardato attorno alla ricerca di quella vettura di colore blu che aveva visto da lontano sbandare e finire addosso al fuoristrada: «Quando è successo l’incidente ero a un centinaio di metri - ha proseguito -. Ho visto il fuoristrada nella sua corsia e la macchina che gli ha tagliato la traiettoria, ma non quando è saltata nel canale». Per questo il testimone non sapeva inizialmente dove cercarla, ma non appena l’ha vista in mezzo alle sterpaglie si è precipitato a prestare soccorso. «La donna era fuori dall’abitacolo, le ho tolto i rami e pulito la faccia, ha rantolato ancora, poi non le ho più sentito il polso». Pausa. Continuare nel racconto fa male, perché quello che segue è una serie di tentativi, purtroppo vani, di riportare la donna in vita. «Dopo pochissimi minuti mi ha raggiunto un soccorritore e ha provato a farle il massaggio cardiaco - spiega -. Ma ha dovuto fermarsi, perché non c’era più niente da fare. Poi è stato un dottore di passaggio a costatare il decesso». Prima che il personale del 118 tentasse il miracolo. Che ieri, sulla provinciale 193 a Maleo, non è avvenuto.

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