Meleti, devastate 40 tombe

I ladri strappano vasi e statue nel cimitero

Hanno strappato i vasi in rame e le statue in bronzo di quaranta tombe, gettato a terra i fiori e preso a colpi i marmi con gli arredi. Non solo i furti, ma più ancora gli atti di devastazione hanno ferito i famigliari dei defunti sepolti al cimitero di Meleti preso d’assalto mercoledì sera dai ladri. L’irruzione è avvenuta non più tardi delle 20, a quell’ora alcuni cittadini si trovavano nel parcheggio del camposanto e hanno avvistato un’auto sbucare dalla stradina sul retro e allontanarsi a tutto gas con i fari spenti. Secondo i testimoni si tratterebbe di una Fiat Bravo di colore argento metallizzato. Per introdursi nel perimetro del cimitero i malviventi hanno scavalcato il muretto di cinta e una volta dentro si sono concentrati sulle tombe immediatamente vicine, nelle file in fondo. «Hanno proceduto con ordine - ha osservato un famigliare davanti alla tomba della moglie - forse per tenere il conto delle tombe già ripulite e tornare a colpire le altre». L’idea che in molti si sono fatti è proprio questa: che i ladri abbiano rubato i vasi e le statue dei monumenti funerari procedendo per file e non a casaccio. Un modo certamente per perdere meno tempo ma anche perché «così sanno in che punto sono arrivati e possono completare l’opera con un secondo colpo» sospira l’anziano sconsolato. La furia dei malviventi ha lasciato su alcune lapidi segni pesanti: una in particolare è stata spaccata in quattro pezzi, il portafiori era attaccato al marmo e non hanno esitato a romperlo pur di levarlo. Ieri mattino il proprietario l’ha ricomposta come poteva ma il danno resta evidente. Tra appena dieci giorni è la festa di Commemorazione dei defunti e la violazione al luogo dove riposano i propri cari è vissuta dai parenti come una imperdonabile mancanza di rispetto. Informato dell’accaduto, monsignor Iginio Passerini, vicario generale della diocesi di Lodi e coadiutore parrocchiale a Meleti, stigmatizza il gesto esprimendo profonda amarezza: «È un fatto riprovevole - dice - che lascia stupiti e con un grande dispiacere nei confronti dei defunti soprattutto adesso che si avvicina il giorno della loro commemorazione». Dello stesso stato d’animo è anche il sindaco Emanuele Stefanoni: «Sono stato informato ieri (mercoledì, ndr) dello spiacevole accaduto e per motivi lavorativi non ho ancora potuto sincerarmi dell’effettiva situazione - riflette -, ho provato tanto rammarico e un grosso dispiacere per le persone e per i loro defunti che hanno subito questo gesto inqualificabile. Ma altrettanta rabbia nei confronti dei colpevoli che si sono macchiati di un comportamento immorale e sprezzante quale il furto e la profanazione di monumenti funerari». Il primo cittadino sottolinea l’assoluta singolarità di quel che è successo e promette che non starà con le mani in mano: «A parte furti di pluviali e scossaline sino ad oggi il nostro cimitero non aveva subito atti di questo tipo. Come amministrazione comunale garantisco che cercheremo di anticipare l’esecuzione dell’impianto di videosorveglianza che è previsto nell’intervento di riqualificazione e ampliamento del cimitero comunale». Laura Gozzini

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