Medico arrestato per violenza sessuale

Avrebbe approfittato della relazione tra medico e paziente per creare un’intimità oltre il consentito con la vittima e laddove questa opponeva resistenza non avrebbe esitato ad ammansirla somministrandole ansiolitici e sedativi.

È stato arrestato ieri mattina nella sua abitazione, a Lodi, il medico 55enne del reparto psichiatrico di Codogno, accusato di violenza sessuale pluriaggravata nei confronti di due sue pazienti.

Il provvedimento è stato disposto dal gip di Lodi ed eseguito dai carabinieri del nucleo operativo e radiomobile di Codogno che hanno condotto le indagini e fatto emergere gli abusi. La vicenda ha inizio lo scorso giugno, quando una ventenne italiana viene ricoverata presso il reparto psichiatrico codognino in seguito a una grave crisi depressiva. È in quella circostanza che il medico entra per la prima volta in contatto con la giovane, all’inizio si comporta in maniera normale ma di lì a poco, col passare dei giorni in reparto, il suo atteggiamento cambia. Approfittando del ruolo che ricopre il 55enne riesce a vincere l’opposizione della ragazza e dalle carezze arriva ad approfittare di lei fino a violentarla. Non è però la sola. In reparto la ventenne viene a conoscere una giovane donna, poco più grande di lei, e le due si confidano. Anche lei paziente dello stesso medico racconta di avere subito un trattamento analogo, in più circostanze, persino durante i turni notturni. La violenza ha luogo in reparto ma prosegue anche dopo che le ragazze vengono dimesse. Le visite di controllo diventano la scusa per continuare ad incontrarle e poi il medico tiene ormai le ragazze in pugno. Il rapporto di soggezione determinato dai ruoli e dalle particolari circostanze in cui le violenze sono maturate costringono per diversi mesi le ragazze al silenzio. Fino a dicembre, quando la ventenne trova il coraggio di uscire allo scoperto e si presenta da sola in caserma a Codogno. A prendere in mano il caso sono i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile, rassicurano la giovane che non deve temere e che i riscontri avverranno senza che nessuno sappia niente. I militari comandati dal capitano Francesco Maretto ne raccolgono la testimonianza, mettono insieme i particolari dei suoi racconti e verificano. Quindi risalgono all’altra vittima, che dal dialogo con i militari si convince a sporgere querela nei confronti del medico. I riscontri sul campo non lasciano dubbi e nel corso delle indagini del Norm e della procura di Lodi si arriva a scoprire che negli incontri proseguiti fuori del reparto il medico portava con sé ansiolitici e sedativi per stordire e poi disporre delle pazienti. Al termine di quattro mesi di indagini, ieri l’arresto. Raggiunto dai militari nella sua abitazione a Lodi, il 55enne ha reagito mostrandosi incredulo per quello che stava avvenendo. Poi ha chiesto informazioni su cosa lo aspettasse. L’interrogatorio di garanzia in cui il gip deciderà se confermare la misura, se aggravarla oppure optare per la scarcerazione. Le indagini preliminari sono soltanto agli inizi e non è escluso che il sostituto procuratore Giampaolo Melchionna decida di approfondire il caso sentendo i colleghi del medico attualmente ai domiciliari. Per capire se e cosa sapevano. I militari invitano eventuali altre “vittime” a farsi avanti e denunciare i soprusi subiti.

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