Maxi frode a Ospedaletto, 17 a processo

In 11 avevano già riportato tra i 10 mesi e

i 3 anni in udienza preliminare, contestato il reato internazionale

Si aprirà alla fine di ottobre in tribunale a Lodi il “maxiprocesso”, con 17 imputati,a vario titolo, per ipotesi di reati fiscali che arrivano anche a quella più grave di associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale continuata, e aggravata dalla transnazionalità del crimine: arriva così in aula l’operazione “Triade” della guardia di finanza di Lodi (comando provinciale e tenenza di Casalpusterlengo) che tra il 2010 e il 2011 aveva portato all’iscrizione sul registro degli indagati di 38 persone, tre delle quali agli arresti, e al sequestro per equivalente di costose autovetture e persino di un elicottero. Lo scenario delineato dagli inquirenti era di una “frode carosello” allestita con sistemi ancora più sofisticati che in passato, che avrebbe permesso di di vendere sottocosto prodotti elettronici per 210 milioni di euro di fatturato nel giro di pochi anni.

La merce era destinata a negozianti e alla grande distribuzione: il consumatore finale l’Iva, del 20 per cento, la pagava, ma questo importo, secondo l’accusa, rimaneva nelle tasche dell’organizzazione, facendo ricadere il debito verso l'erario su soggetti nullatenenti, o meglio su imprese a loro fittiziamente intestate, che aprivano e chiudevano nel giro di sei mesi. La merce, fittiziamente, passava da una società all'altra, ma in realtà secondo l’accusa viaggiavano solo le fatture. E il sistema della frode era basato sul regime dell'Iva comunitaria.

Gli indagati risultano residenti in provincia di Lodi o presso Lecco, Milano, Firenze e Pavia, e qualcuno dei rinviati a giudizio risulta domiciliato all'estero e irreperibile, ma non si è dimenticato di nominare un difensore di fiducia. Alcuni dei sospettati erano già stati denunciati in passato per frodi Iva. In questo caso, secondo i calcoli della guardia di finanza, sarebbero stati dovuti all’erario 35 milioni. Che, non pagati, si trasformavano in uno sconto medio del 20 per cento che i grossisti legati a questa organizzazione offrivano ai compratori, traducendo la loro evasione Iva in un cospicuo sconto. Tutto era cominciato da un sequestro di documenti in un ufficio di Ospedaletto Lodigiano, indicato come “luogo di commissione del reato”, anche se gli indagati avrebbero reato anche società all'estero e perfino una holding a Panama.

il rinvio a giudizio era stato chiesto per 28 persone, 11 delle quali hanno preferito definire la loro posizione davanti al gup. La pena più elevata finora inflitta è stata di tre anni di reclusione per un 58enne di Rovagnate (Lecco).

Ora il tribunale dovrà combattere contro il tempo, dato che in passato un altro procedimento per una frode simile nel Lodigiano, con oltre dieci imputati, era caduto in prescrizione.

Carlo Catena

© RIPRODUZIONE RISERVATA