Maleo, è un’invasione di piccioni

La legge non consente di abbattere i volatili, ma solo

di adottare accorgimenti per allontanarli:

ora il Comune è pronto a chiedere aiuto all’Asl di Lodi

Emergenza piccioni a Maleo. Il centro storico è letteralmente invaso dai pennuti che hanno fatto dell’Arco Trecchi la loro prima casa, stazionando però anche al cimitero, in via Colombo e nell’ex bar di via Roma (il cosiddetto bar del portone), situato a pochi passi da quell’arco ormai tutto ricoperto di piume ed escrementi.

Intonaco corroso, piume sparse, escrementi distribuiti dalla cima fino ai piedi: queste sono le condizioni in cui versa il biglietto da visita di Maleo, l’Arco Trecchi, che il Comune aveva preventivato di restaurare in occasione dei 150 anni dell’Unità di Italia, per una spesa di circa 50 mila euro (compresi la pavimentazione circostante e l’illuminazione artistica). Un cantiere tuttavia mai attivato a causa del sopraggiungere di altre priorità e dei problemi economici dei piccoli comuni legati ai continui tagli dello Stato.

Il fenomeno piccioni sta diventando per la borgata un autentico problema. La legge però non consente di abbattere i piccioni, spesso dunque allontanati con gli impianti a scariche elettriche. «La presenza dei picconi in centro storico sta diventando davvero fastidiosa, con problemi sia dal punto di vista del decoro sia dal punto di vista igienico: - si è sfogato un barista - con i loro escrementi stanno distruggendo anche le persiane del mio bar».

«Il parroco ha provato a mandarli via dal tetto della chiesa e in parte ci è riuscito - ha raccontato un’anziana - ma nemmeno da lì sono totalmente scomparsi».

«Il Comune ha rifatto il tetto del municipio - ha fatto eco una malerina - e in parte sono andati via mentre sull’Arco Trecchi, in via Colombo e al cimitero, la situazione è veramente disperata, bisogna richiedere l’intervento dell’Asl».

«Mi chiedo se ci siano più piccioni a Maleo o in piazza del Duomo a Milano», ha provocato un giovane, lamentandosi addirittura sul social network Facebook.

«Lasciare in stato di abbandono immobili come la casa-ex bar che sorge vicino all’arco di certo non aiuta - ha puntualizzato una malerina - perché approfittando delle fessure e delle finestre rimaste aperte, i piccioni hanno trasformato quell’immobile nel loro rifugio, dove si mantengono e si moltiplicano».

Di fronte all’esplodere del fenomeno, il Comune si è detto pronto a richiedere l’intervento dell’Asl di Lodi, già interpellata un anno fa proprio per il problema piccioni al cimitero. In attesa di un nuovo sopralluogo da parte delle autorità sanitarie, per concorrere al contenimento del numero di piccioni è comunque possibile applicare piccoli accorgimenti quotidiani: evitare di lasciare alimenti per animali sul suolo pubblico, come briciole di pane o mais, sigillare gli immobili inutilizzati, per impedirne l’occupazione ed evitare di fornire comodi punti di appoggio e ai volatili, come ringhiere e balconi, da dove far scappare i pennuti, cacciandoli in continuazione.

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