Lo statuto di Zorlesco resta impantanato

Opposizioni contro e maggioranza in ordine sparso: tutto da rifare

L’opposizione e i mal di pancia interni bloccano lo statuto di Zorlesco: di fronte alla richiesta di un parere legale scritto del segretario comunale sulla legittimità del regolamento, all’annunciato voto contrario di Antonio Palermo e all’assenza, ufficialmente per malattia, di Pietro Pea dell’Udc, la maggioranza fa un passo indietro e sospende l’approvazione del regolamento.

L’assemblea cittadina riunita martedì doveva dare il suo via libera al nuovo regolamento dell’organismo di partecipazione di Zorlesco, ma alla fine della discussione la maggioranza ha scelto di ritirare l’ordine del giorno, rimandandolo a una successiva analisi dopo il parere legale del segretario comunale.

Il documento aveva fatto discutere fin dalla sua presentazione per i tanti aspetti che andavano a potenziare l’autonomia della frazione e a cambiare il sistema di rappresentanza. Trai tanti aspetti controversi, molti sono stati quelli cambiati in corsa o stralciati dal testo, anche all’ultimo minuto, come la previsione dello stemma della frazione del gallo con giglio eliminato proprio in consiglio comunale. Molte altre questioni tuttavia sono rimaste aperte, a partire dalle cosiddette unità di voto, cioè la possibilità per un solo consigliere di esprimere più voti dello stesso partito in numero preordinato e proporzionale al risultato elettorale.

«Molti aspetti non convincono, a partire dal numero dei consiglieri di frazione e da quanti voti rappresenterebbero - ha detto Federico Moro di Casale Democratica -. Con questo testo non si capisce più quale sia la gerarchia delle norme comunali, perché il regolamento è in contrasto in alcuni punti con lo statuto comunale superiore. Per questo motivo chiediamo che il segretario si esprima con un parere legale sulla legittimità del documento».

Documento che non è piaciuto nemmeno al consigliere di maggioranza Antonio Palermo. «Il consiglio di frazione è uno strumento per ascoltare la frazione su certi temi, non di certo per chiedere pareri a gente che non è stata nemmeno eletta, ma è stata nominata dai gruppi politici. Questo regolamento non ha senso».

L’ex sindaco Angelo Pagani ha insistito sulla poca trasparenza e democraticità del testo: «Con questo regolamento si riduce la partecipazione dei cittadini e non è possibile sacrificare la partecipazione in nome dell’efficienza per un organismo del genere».

Anche Leopoldo Cattaneo del Pcl è stato molto duro: «Perché si cambia solo il regolamento di Zorlesco? Le frazioni sono due, ma evidentemente di Vittadone interessa poco, e a Zorlesco l’importante è avere la maggioranza anche se non si ha la rappresentatività».

Di fronte a questo fuoco di fila la maggioranza ha serrato i ranghi e dopo una breve sospensione ha deciso di ritirare il documento in attesa del parere legale del segretario «come ennesimo atto di buona volontà e responsabilità, a testimonianza che si vuole solo migliorare l’efficacia del sistema senza altri fini», come ha ribattuto in conclusione il primo estensore del testo Piero Mussida del Pdl.

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