L’inchiesta partita dal Sudmilano, a Maleo costi di raccolta gonfiati

L’inchiesta che è entrata come un terremoto negli uffici comunali di Sant’Angelo era partita lo scorso anno da alcune irregolarità scoperte nelle gare di appalto nei comuni di Mulazzano e Zelo, nell’Alto Lodigiano, su cui Italia 90 stava per mettere le mani.

A Zelo, infatti, il comune si era insospettito dopo un ribasso eccessivo della società in un appalto da 255mila euro per cinque anni. Un ribasso considerato anomalo soprattutto perché la società era l’unica partecipante alla gara. Così il comune aveva chiesto alla questura di Palermo la certificazione antimafia e l’esito aveva evidenziato “infiltrazioni mafiose”, visto che la moglie del titolare aveva due fratelli considerati esponenti di spicco di Cosa Nostra, Luigi Abbate (detto “Gino u’ mitra”) e Ottavio Abbate. «A quel punto avevamo sospeso il procedimento - spiega il sindaco Paolo Della Maggiore -, ma ora, dopo i chiarimenti della prefettura e il nullaosta, stavamo per stipulare il nuovo contratto. Ora probabilmente dovremo cominciare tutto da capo».

A Mulazzano, invece, Italia 90 aveva cercato di partecipare la scorsa estate a una gara d’appalto nonostante il titolare avesse precedenti penali, un particolare che lo impedirebbe . Così aveva presentato documenti falsi per superare “l’ostacolo”, ma il comune se ne accorse e presentò una denuncia in procura.

Ma non è tutto. Perché le indagini sugli appalti “truccati” hanno permesso ai carabinieri di scoprire altre “anomalie” nella gestione dei rifiuti da parte di Italia 90 in altri comuni del Lodigiano. In particolare sarebbero emerse irregolarità a danno di Guardamiglio e Maleo (o meglio, della convenzione di comuni che fa capo a Maleo): qui l’ipotesi di reato è di truffa aggravata.

Lo stratagemma adottato dalla società era semplice e si basava sulle differenze di contratto stipulate con i vari comuni. In particolare, a Maleo il costo dello smaltimento della frazione secca dei rifiuti, a prescindere dalle quantità, era a carico del comune, mentre a Guardamiglio la stessa frazione gravava su Italia 90. Così, quando i camion carichi di rifiuti arrivavano in discarica, alla Bellisolina di Montanaso, una parte di quelli raccolti a Guardamiglio, circa il venti per cento ogni volta, venivano dichiarati come raccolti a Maleo: in questo modo aumentavano i costi per il comune e diminuivano per la società. Il guadagno, secondo i carabinieri, non era immediato, ma questo “giochetto” consentiva a Italia 90 di poter abbassare di molto il prezzo nelle gare d’appalto, sapendo che poi una parte dei costi sarebbe stato “scaricato” su altri comuni. «Abbiamo fatto una prima verifica e rispetto al passato non risulterebbero grossi squilibri - spiega il sindaco di Maleo Pietro Foroni -, ma probabilmente i maggiori costi sono stati “spalmati” sui comuni della convenzione per farli passare inosservati. In ogni caso il nostro appalto va in scadenza a fine anno, stiamo già preparando la nuova convenzione, magari con più comuni. Ma se si dovesse arrivare a un procedimento contro Italia 90, noi ci costituiremo parte civile». Solo le indagini diranno se lo stesso trucco veniva messo in atto anche in altri comuni.

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