Lettere alle Asl per trovare Mario Dusi

In una mail l’ultima speranza per ritrovare lo scomparso

È affidata a un messaggio di posta elettronica l’ultima disperata ricerca di Mario Dusi, il 67enne scomparso da Codogno lo scorso 29 giugno. Con la tenacia di chi non si arrende a una vita «sospesa», come lei stessa la definisce, la figlia Michela ha pensato che forse potrebbe essere quella la strada capace di restituire la verità necessaria che assieme alla madre va cercando da otto mesi. «Non avendo certezze della morte rimani sospesa - racconta -, perché la speranza che sia vivo resta e però è difficile immaginare che sia possibile conoscendo le condizioni di salute di mio padre». Per questo Michela ha deciso di interpellare gli ospedali di tutta Italia e di mail ne ha spedite 165, quante sono le Asl accreditate dal ministero della Salute. «Ho trovato l’elenco sul sito ufficiale del ministero - prosegue -, delle 165 che ho inoltrato 25 sono tornate indietro perché l’indirizzo era cambiato o non più attivo, qualche ufficio invece mi ha già risposto». Barletta, Asti, Como: sono queste alcune delle località le cui Asl hanno dialogato in rete con Michela dicendole che no, presso le loro strutture sanitarie nessun uomo coi requisiti indicati dalla figlia è stato ricoverato negli ultimi mesi. «Perché sia vivo dovrebbero averlo ricoverato da qualche parte - spiega con molta franchezza Michela Dusi -, ha bisogno di cure giornaliere e solo se fosse stato trovato e portato in ospedale potrebbe essere ancora vivo». Difficile crederlo dopo che è passato tanto tempo, dopo che i perlustramenti compiuti dalle forze dell’ordine, dai gruppi di protezione civile e di pronto soccorso del Lodigiano hanno dato esito negativo. E così pure gli appelli in televisione. Non lasciare nulla d’intentato, continuare a cercare, ha però troppa importanza perché i famigliari si lascino sopraffare da motivazioni di buon senso: «Il dolore mio e di mia madre non cesserebbe per il fatto di trovare il cadavere - confessa Michela - ma questa situazione non è normale ed è giusto che abbia fine». Vorrebbero poter dare sepoltura al padre, «avere un posto dove piangerlo». La riflessione della giovane donna, diventata da poco mamma, finisce poi con l’oltrepassare la propria disperazione. È anche al figlio che oggi Michela pensa: «Come potrò spiegargli dov’è il nonno, che fine ha fatto, quando nemmeno io so nulla» osserva con la voce incrinata. Spetta adesso alle Asl sgombrare il campo dal dubbio che l’anziano possa trovarsi nel letto di qualche ospedale, magari in coma ma pur sempre vivo.

È affidata a un messaggio di posta elettronica inviato dalla figlia a tutte le Asl italiane l’ultima disperata ricerca di Mario Dusi, il 67enne scomparso da Codogno lo scorso 29 giugno

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