Le nutrie fin sull’uscio di casa: un intero quartiere assediato

Terrazzo vista nutrie. Non è esattamente un “belvedere” e non sarebbe un annuncio consigliato per vendere casa, quello che si trovano davanti tutti i giorni i codognesi che abitano nelle villette e nelle case parrocchiali dietro la chiesa di Caravaggio, dove i due campi a ridosso della stradina di campagna che porta al Madonnino sono infestati da un esercito di nutrie. Sono almeno un centinaio, è pieno ovunque, e se in passato – perché non sono certo una novità – le si vedeva uscire allo scoperto verso sera, adesso pascolano in libertà sul terreno notte giorno e per i residenti è una «vergogna». «Arrivano fin qui sotto alla rete – spiega una codognese indicando la recinzione che delimita il cortile -. Non hanno più nemmeno paura. E ce ne sono di tutte le misure, perché continuano a riprodursi per cui si va dagli adulti che sono grossi mezzo metro senza contare la coda a quelle appena nate». La preoccupazione è che la situazione sia oramai fuori controllo e impossibile tornare indietro. «Dalle altre parti, anche qui in giro, i selecontrollori della Provincia gli sparano, ma qui siccome sono vicine alle case dicono che non si può sparare e così siamo infestati – lamenta un altro residente -. Sono venute tutte qua da noi». E’ un fatto che quella che era una bella passeggiata appena fuori dalla città senza allontanarsi troppo dal centro, viene ormai da molti boicottata perché «camminare vicino a delle nutrie grosse come pantegane non fa piacere - commentano due anziane vestite da ginnastica, mentre tagliano nel parchetto di fianco a Caravaggio -. Prima andavamo giù di lì a fare due passi, ma adesso abbiamo paura di trovarci una nutria davanti e abbiamo cambiato giro». In effetti non manca chi l’incontro a distanza ravvicinata l’ha avuto, perché le nutrie stanno prevalentemente nei campi, ma non essendoci niente che li separi dalla strada si avventurano anche lì. L’amministrazione comunale ha assunto un preciso impegno a debellare l’invasione di questi roditori in città e nei mesi scorsi proprio a Codogno si è tenuta una conferenza provinciale sul tema. Ma chi abita da queste parti ha perso ogni speranza: «In passato hanno provato a mettere le gabbie ma ci entrava di tutto fuorché le nutrie – prosegue il codognese -. L’unica soluzione forse sarebbe chiudere il fossato che c’è tra i due campi, perché è lì che hanno le tane». Intanto però si avvicina un’altra estate e «mettersi sulla sdraio in terrazza e vedere carovane di nutrie che vanno e vengono indisturbate è uno schifo».

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