LAVORO A Livraga la Ppe assume dopo l’ampliamento della sede, «ma trovare operai specializzati è un’impresa»

Sono almeno una decina le figure ricercate e che entreranno nello staff, oggi di 40 persone, nei prossimi mesi

Responsabili di produzione, operai specializzati e operai generici da formare sul campo e destinare poi a ruoli qualificati. La Ppe di Livraga, Plastic Proget European, aumenta la sua forza lavoro dopo un investimento da 2,5 milioni nella sede, resa più grande e agevole, in linee e macchinari. Sono almeno una decina le figure ricercate e che entreranno nello staff, oggi di 40 persone, nei prossimi mesi. «Ma trovare operai specializzati è come cercare un ago nel pagliaio, saremmo già contenti di incontrare candidati motivati e pronti a impegnarsi per crescere con noi», dice il titolare, l’ingegner Ugo Scotti. Un caso che non è solo della Ppe di Livraga, ma di tutto il manifatturiero lodigiano, nel quale sembrano spariti i giovani che vogliono entrare in fabbrica e che hanno le specializzazioni per farlo.

Le posizioni aperte per cui è già in corso la selezione sono 5, tutte diverse, da inserire immediatamente. Ppe valuta 1 responsabile del reparto stampaggio rotazionale, contenitori e prodotti vari in Polietilene, il cuore della sua produzione di cisterne, serbatoi e contenitori vari in materia plastica destinati a usi perlopiù industriali, in tutti i settori dall’agricoltura all’industria pesante. Inoltre, cerca 1 responsabile del reparto di assemblaggio e montaggio dei prodotti finiti e semilavorati, 1 disegnatore progettista meccanico, con esperienza di officina e carpenteria, e ancora 1 manutentore elettromeccanico con esperienza nell’utilizzo di macchine utensili per l’officina interna. A queste figure strettamente di produzione affianca poi la ricerca di 1 tecnico commerciale, una figura di supporto e che mantenga i contatti con la clientela. Ppe lavora soprattutto per territori oltre Lodi, con una parte della produzione destinata direttamente all’export. Questi primi cinque profili rappresentano una tranche della ricerca complessiva di personale che l’azienda vuole portare avanti nell’arco di pochi mesi. Complessivamente, l’obiettivo è inserire almeno 10 figure, e a queste si sommeranno dei profili da operaio specializzato e tecnico. Altre figure generiche sono entrate o entreranno, la settimana prossima prenderà servizio l’ultimo assunto per il settore pulizie.

«Abbiamo fatto un grande investimento che ci ha portato a un ampliamento di 3mila metri quadrati di copertura e di 10mila metri quadrati di piazzale, con nuovi macchinari - spiega il titolare Ugo Scotti -. Ora dobbiamo crescere in manodopera, sia per rimpiazzare alcune figure che sono andate in pensione, sia per coprire l’aumentata capacità produttiva. Cerchiamo tanto nella parte di produzione dei nostri contenitori plastici sia per la parte di officina meccanica. Deteniamo poco meno di una cinquantina di brevetti, lavoriamo per tutti i settori industriali e ci costruiamo i macchinari da soli. L’ideale sarebbe immettere personale con esperienza e specializzazione già acquisita, ma non ci sono. Andremo a inserire sicuramente carpentieri e tornitori, possibilmente che conoscano il disegno meccanico. Il contratto d’ingresso è a tempo determinato, ma giusto per quei pochi mesi necessari a capire reciprocamente se si ha voglia di impegnarsi in questa occupazione. Dopodiché si passa a tempo indeterminato, e di solito con noi si sta bene».

Il catalogo di prodotti della Ppe è molto vasto, a copertura di tutti i comparti industriali, e questo significa un alto grado di diversificazione e personalizzazione dei prodotti. Da qui la necessità ancora spiccata di una forte e competente componente umana nel processo di produzione. «Le nostre linee di produzione necessitano ancora di grande manodopera: le macchine sono automatizzate, ma tutto quello che vi ruota attorno no – concluse Scotti -. Nella carenza di figure specializzate, vanno benissimo anche giovani non formati, ma che ci mettano la disponibilità e l’impegno a imparare. Gli ultimi ingressi sono ragazzi usciti dal mondo della Gdo, un macellaio, un pizzaiolo, un fattorino. E siamo molto contenti: loro hanno trovato da noi regolarità, certezze negli orari e qualche gratifica anche economica, noi abbiamo incontrato dei giovani che hanno voglia di imparare, e questo fa davvero la differenza, soprattutto in un mercato del lavoro dove figure specializzate non si trovano».

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