LA STORIA Batte l’alcolismo, perde più di 40 chili e festeggia correndo la maratona di Milano

Matteo Stroppa, 38enne di Fombio, si racconta: «Mia moglie è il mio coach mentale, voglio lanciare un messaggio e dire agli altri che uscirne si può»

Beveva 5 birre medie al giorno e i Campari non si contavano, tornava a casa, si sdraiava sul divano e dormiva, mentre i bambini Davide e Sveva, che ora hanno 10 e 5 anni, erano affidati a lui perché la mamma lavorava fino alle 10 di sera. Matteo Stroppa, 38 anni, di Fombio, era arrivato a pesare 132 chili. Stessa vita, per 10 anni e la sua compagna, ora moglie, Paola Polledri, sempre lì, al suo fianco. Fino a quando, dopo aver toccato il fondo, è arrivata la svolta.

Adesso Stroppa pesa 86 chili, ma a far salire l’ago della bilancia sono i muscoli. Domenica scorsa ha fatto la maratona a Milano, in poco più di 4 ore. E ora punta alla maratona di New York. Con la donna della sua vita al fianco, ovviamente, approfittando del fatto che hanno ancora in sospeso il viaggio di nozze. Stroppa è orgoglioso della sua storia di riscatto. «Ho iniziato a entrare in crisi, nel 2010 - racconta -, dopo il fallimento dell’immobiliare Beniamino di papà. Ogni occasione era buona per andare a bere, dopo il lavoro. Il primo campanello d’allarme è suonato nel 2019, al matrimonio di mio fratello. Mi sono accorto che le persone mi evitavano, mi tenevano a distanza. Da lì sono entrato in depressione. Gli amici e i colleghi della Formet di San Rocco, mi invitavano, io dicevo di sì, ma poi all’ultimo non andavo». Nel 2020, un brutto episodio, sul quale preferisce mantenere il riserbo, gli ha fatto toccare il fondo, ha capito che stava andando tutto male e con l’aiuto della moglie e dei figli la sua vita ha preso una piega diversa. «Un giorno - dice - ho mandato un messaggio su Facebook a Paola che diceva: “Per comprare il nuovi Iphone 13 ci vogliono 400 birre”. Mia moglie ha risposto:”È quello che stai facendo tu”. Aveva ragione». Da quel momento l’attività sportiva ha preso il posto dell’alcol. «Andavo a lavorare in bicicletta - racconta -, facevo 20 chilometri al giorno. Ho iniziato a frequentare, anche la palestra, a San Fiorano e ho iniziato a correre. Nel frattempo, solo andando a lavorare in bicicletta, avevo perso 16 chili. Ho iniziato a darmi degli obiettivi: 10 chilometri all’ora. Durante la cena del mio matrimonio, il 13 giugno 2021, mi è venuta l’idea di fare la mia prima maratona, il 17 ottobre 2021. Il tempo per prepararmi era poco, sono andato in crisi credo, tanto che la sera prima della gara sono stato male e la maratona è saltata. Allora ho programmato quella di Milano. Mi sono allenato a lungo, facendo dai 250 ai 270 chilometri al mese, correndo dalle 4 alle 5 volte alla settimana, anche alle 4 di mattina, per non rubare tempo alla famiglia». E i risultati, domenica scorsa, non sono mancati. Stroppa ha percorso i 42,195 chilometri in 4 ore, 33 minuti e 6 secondi. «È stata una bellissima esperienza -ammette il maratoneta -, l’ho affrontata con il sorriso sulle labbra. Mia moglie, laureata in scienze motorie, è il mio mental coach. Mi assiste, mi segue, in tutte le gare, anche i miei figli».

Il prossimo obiettivo è la maratona di New York del 2023. «Spero di riuscire - dice -, per arrivare lì me ne chiedono un’altra prima, però quando ho iniziato a correre l’ho fatto pensando a New York, tutte le volte che la vedo in fotografia mi emoziono».

Perché Stroppa ha deciso di raccontare la sua storia? «Ho vissuto dei momenti molto complicati - ammette -. vorrei che quello che ho fatto, non tanto con la maratona che è solo la fine di un percorso, sia di esempio e di stimolo per altre persone. Senza mia moglie non ce l’avrei mai fatta. Lei è l’albero portante della nostra famiglia».

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