La frutta rubata ai poveri sta marcendo nel capannone

Tre, quattro, a volte cinque bilici di frutta e verdura al giorno. Il traffico di tir che facevano la spola dal deposito dell’associazione “Sei per Secu” in via Tommaso Ercoli alla Mirandolina a Codogno era impressionante ed è andato avanti così fino al giorno prima dell’arresto del titolare T.G. di Secugnago. Per farsi un’idea del volume di merce che transitava dal magazzino basta fare un salto lì, al capannone che si affaccia sulla provinciale 126 tra Codogno e Somaglia: il cortile è saturo di cassette piene di mandarini e cavolfiori andati a male, impilate una sull’altra, senza contare quelle vuote. La frutta sta marcendo e l’odore acre riempie l’aria. Tutt’attorno sorgono ditte commerciali e artigiane, alcune con vendita al pubblico, e se chi di dovere non interverrà a breve a rimuovere le cassette con gli ortaggi e gli agrumi marcescenti, vi è chi è pronto a denunciare il fatto alle autorità. Per il resto, tra chi ha un’attività nei pressi del magazzino e vedeva arrivare giornalmente i tir stracolmi di prodotti, prevale la perplessità per quel che è successo. Su una cosa però concordano: «La merce che arrivava era troppa e non riuscivano a smistarla tutta - spiegano -. Molta andava a male e veniva buttata nella tramoggia che si vede in cortile». Nell’area della onlus lavoravano quattro ragazzi italiani affiancati da giovani extracomunitari. I tir andavano a scaricare a ogni ora del giorno e della notte, e capitava che qualche autotrasportatore dovesse aspettare il mattino parcheggiato a fianco della provinciale. A ritirare le cassette passavano poi i rappresentanti di diverse associazioni. A parte i commenti sulle eccedenze inutilizzate, nessuno avrebbe mai sospettato il giro di affari illeciti. «Per noi avveniva tutto alla luce del sole» ripetono a più voci alla Mirandolina.

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