La “follia” degli alloggi popolari sfitti

Ce ne sono 42 liberi su oltre 100 ma non posso essere assegnati

Ci sono 42 case popolari sfitte in città che potrebbero essere assegnate e che invece la giunta leghista tiene bloccate perché non pubblica le graduatorie da quasi due anni presa dal furore dei controlli sugli extracomunitari. Per effetto di questa scelta, si penalizzano i cittadini che ne hanno diritto, l’Aler subisce un danno di circa 100 mila euro l’anno, senza contare i furti e i vandalismi che avvengono negli alloggi vuoti.

È la denuncia fatta dal Partito Democratico di Casale dopo che la stessa Aler ha trasmesso in comune, e per conoscenza in Regione Lombardia, una diffida affinché le graduatorie siano pubblicate il prima possibile in modo da sbloccare le assegnazioni.

Il sindaco Flavio Parmesani però non ci sta: «Gli alloggi non assegnati sono due o tre, mentre i 32 nuovi appartamenti del Piano di edilizia economica sulla strada Codognese sono fermi perché mancano le opere d’urbanizzazione dell’intero comparto a causa delle scelte urbanistiche della precedente giunta di centrosinistra».

Nel 2009 gli alloggi popolari a Casale erano 256, poi per effetto delle ultime alienazioni, avvenute anche agli stessi inquilini, sono scese a 191. Nel 2007 però l’amministrazione guidata da Angelo Pagani aveva dato il via al cosiddetto Peep 4, un comparto tra via Labriola e la strada Codognese per una dozzina di lotti di edilizia economica e popolare. «Tra questi, vi erano due palazzine Aler per 32 nuovi alloggi, di cui molti di piccole dimensioni, una tipologia adatta alle esigenze di giovani coppie e anziani», spiega lo stesso Pagani. «Anche se mancano le opere d’urbanizzazione, gli alloggi sono finiti e quindi assegnabili, tanto che altre palazzine del comparto sono abitate: il problema che è la giunta leghista è prigioniera delle proprie bugie», dice il consigliere provinciale del Pd Gianfranco Concordati .

«La verità è che per sfavorire un paio di extracomunitari in graduatoria, il sindaco tiene bloccati tutti gli alloggi», precisa Alberto Labbadini. «Questa inadempienza, crea un danno patrimoniale all’Aler stimabile in 100 mila euro l’anno, e non siamo solo noi a sostenerlo, visto che il gestore ha mandato una diffida al comune», prosegue Federico Moro. «A questo punto sono da valutare tutte le iniziative, anche perché le stesse famiglie aventi diritto potrebbero rivalersi sul comune per questo diritto negato», conclude Roberto Ferrari.

Visione radicalmente diversa, fin per i dati, quella del sindaco Flavio Parmesani: «Le case popolari sfitte sono al massimo due o tre, e quindi la non pubblicazione delle graduatorie in realtà non danneggia nessuno, è solo un fatto tecnico. Sulle 32 abitazioni nuove, invece, la colpa è della giunta precedente: tutto il comparto è bloccato a causa di una convenzione capestro, non possiamo fare le opere d’urbanizzazione e quindi gli alloggi non sono assegnabili. Abbiamo condiviso con Aler un piano d’uscita da questo empasse e nei prossimi mesi metteremo una pezza ai danni del centrosinistra».

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