La Elcon abbandona Casale

La Elcon si allontana da Casale: l’azienda israeliana sposta il suo progetto di insediamento di un impianto di trattamento di acque reflue dell’industria chimica e farmaceutica a nord di Milano. L’ombra dell’inceneritore lascia la Bassa Lodigiana, secondo le indiscrezioni raccolte ieri dal «Cittadino».

Le voci su un possibile spostamento del progetto avevano cominciato a circolare già diverse settimane fa e si erano rafforzate dopo la sospensione della conferenza dei servizi richiesta dalla società lunedì sera scorso, a meno di 12 ore dall’apertura dei lavori del tavolo tecnico regionale che era previsto per martedì mattina. Si trattava tuttavia di supposizioni non confermate da alcuno e non suffragate da atti concreti.

Fino a ieri, quando si sono avuti importanti riscontri di uno spostamento del progetto a nord di Milano. L’ufficializzazione sarebbe imminente e potrebbe arrivare nel giro di due o tre settimane attraverso la formalizzazione delle procedure, a meno che la società non decida di uscire allo scoperto prima.

Per il momento, dai rappresentanti in Italia della Elcon arriva un’ammissione parziale. «Possiamo solo confermare che contestualmente a Casale stiamo analizzando diverse altre proposte», fanno sapere dall’ufficio stampa che tramite lo studio legale milanese Spadafora-De Rosa assiste la multinazionale.

La procedura di Valutazione di impatto ambientale aperta in Regione e la conseguente conferenza dei servizi, al momento, non sono ancora stati archiviati, ma solo sospesi. Con ogni probabilità, la società sta effettuando le ultime valutazioni, anche di carattere progettuale.

A Casale sono improntati alla prudenza i primi commenti di chi ha lottato con ogni mezzo e da subito contro l’impianto. «Fino a quando non vediamo la parola fine, aspettiamo a cantare vittoria - dice Monica Moretti del comitato CasaleRespira -. Certo che se fosse vero, è solo grazie al lavoro incessante del comitato che questo risultato è stato possibile. Ringraziamo chi è stato con noi in ogni momento e in particolare il consigliere regionale Fabrizio Santantonio».

Proprio Santantonio ha dato un supporto importante al comitato, da ultimo chiedendo e ottenendo martedì scorso in Regione a Milano un incontro con i tecnici regionali per capire come sarebbe proceduta la procedura di fronte alla sospensione della conferenza richiesta dalla Elcon.

«Dall’inizio della vicenda ho sempre creduto che il tema vincente fosse la volontà politica di tutto il territorio di non far insediare l’impianto - commenta Santantonio -. Le voci e le verità che oggi vogliono gli israeliani orientati ad altri siti sono frutto della coesione territoriale e della convinzione creatasi attorno all’iniziativa del comitato. Io credo che queste voci siano molto fondate, ma proprio perché c’è uno spiraglio di soluzione, l’unità e la coesione non devono venire meno proprio adesso. Nel Lodigiano non c’era e non c’è terreno fertile per la Elcon, che invece all’interno di una filiera produttiva del suo stesso settore potrà forse trovare una collocazione più idonea all’impianto».

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