La città si ferma, la parola ai candidati

Grande partecipazione al primo confronto pubblico in vista del voto

In giro non c’è anima viva, la Codogno del commercio e delle fabbriche, degli studenti, dei professionisti, precari, dei «so già per chi votare» e «devo capire», non ha mancato all’appuntamento più atteso del calendario elettorale. La sala al secondo piano dell’oratorio San Luigi fatica a contenerli tutti e chi arriva in ritardo deve accomodarsi in corridoio ad ascoltare. Tra i presenti il parroco, le forze dell’ordine. Ma c’è anche un altro pubblico, sintonizzato sulle frequenze di RadioCodogno che trasmette in diretta. «Così ci possono seguire anche gli ammalati e le persone che non possono uscire di casa» esordisce Giuseppe Stringhini nell’introdurre la serata organizzata da Azione cattolica e Unitalsi. Seduti uno in fianco all’altro i sei candidati sindaci si studiano, hanno i nervi tesi. «È la terza volta che mi trovo a guidare il dibattito tra i candidati sindaci in città e mai c’era stata tanta partecipazione, voglio congratularmi con Codogno»: le parole del direttore de “Il Cittadino” Ferruccio Pallavera stemperano una certa apprensione e i volti dei concorrenti per un attimo si distendono. «Oggi ero al meeting dell’azienda Zucchetti e ho sentito una frase riportata dal dg di

Ibm Italia che mi ha colpito - osserva Pallavera -: “Grande è la confusione sotto il cielo, la condizione è eccellente”, è di Mao Tse Tung». La situazione è difficile e per questo eccezionalmente fruttuosa, lascia intendere. In che modo lo domanda a ciascuno dei candidati, cinque minuti al massimo per disegnare la Codogno del domani, la propria idea dell’«antica capitale della Bassa». Il primo a parlare è il sindaco uscente Emanuele Dossena: «Non l’antica, lo è ancora - precisa -, vengo da quindici anni d’esperienza e conosco le difficoltà di amministrare per cui non dirò bugie, non vedo Codogno come città dormitorio ma nemmeno come Las Vegas del Lodigiano». Al centro del suo discorso vi è il Pgt, un piano «realistico» secondo Dossena che prevede l’aumento di mille abitanti «con un utilizzo del suolo limitato e spazi per dare lavoro, una nuova scuola, un terreno per attività sportive». Non la pensa così il candidato di “Codogno Insieme” Vincenzo Ceretti: «Questo Pgt andrà profondamente rivisto - puntualizza - limitando le espansioni all’esterno e completando quelle esistenti, mettendo mano

al piano del traffico e con un’opera massiccia di manutenzione di edifici, strade, aree periferiche». Travalica i confini mappali del Pgt invece Enrico Sansotera di “Prima i cudugnin”: «Governare un territorio significa fare progetti non limitati alla realtà locale, portare economia tramite il progetto della stazione ferroviaria, l’ente fiera, Expo 2015, porre il privato davanti all’interesse pubblico». Orientata al coinvolgimento della cittadinanza è Rossana Vanelli di “Per Codogno”: «Manca in città una partecipazione vera, vogliamo dei comitati fissi di quartiere per avere una visione aggiornata di quello che serve e sicurezza sia reale che percepita». Usa la parola buon senso per muovere la sua critica al Pgt Cesare Cogni di “Gente nuova”: «Da un indagine tramite le agenzie immobiliari a Codogno ci sono dai 600 ai 1000 appartamenti sfitti - fa notare -, e si fanno nuove lottizzazioni che poi necessitano di infrastrutture che toccherà ai cittadini pagare». Ironico sugli interventi «trionfalisti» degli oratori che l’hanno preceduto Mauro Visigalli di Movimento 5 Stelle: «Mi interessa poco che Codogno sia la capitale della Bassa, preferirei fosse una cittadina vivibile e con organismi come il consiglio comunale di proposta e non di ratifica».Laura Gozzini

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