La Bassa piange il “palombaro del Po”

Si è spento a 89 anni Giuseppe Zanaboni

Si è spento a 89 anni Giuseppe Pino Zanaboni, che

scandagliò il fiume da Torino fino alla foce e nel secondo conflitto mondiale militò nella Decima Mas

i è spento nella notte tra martedì e mercoledì, all’età di 89 anni, e con lui è scomparso un particolarissimo pezzo di storia del nostro territorio. Giuseppe Zanaboni, detto Pino, non c’è più e la Bassa piange il “palombaro del Po”: una professione appresa in Marina Militare durante l’ultimo conflitto mondiale e poi portata avanti come lavoro lungo fiumi, laghi e golene di tanta parte d’Italia. Soprattutto lungo il grande fiume, scandagliato da Torino fino alla foce. Vita a dir poco intensa quella di Giuseppe Zanaboni, un brevetto da palombaro preso nel 1941 e poi affinato nel settore delle “grandi profondità” all’Accademia navale di Livorno.

Si era nel pieno della Seconda Guerra Mondiale e Zanaboni fu membro della X Flottiglia Mas, lui uno di quei militari pronti a combattere a cavalcioni dei cosiddetti “maiali”, famosi siluri dotati di motore elettrico usati dalla Regia marina italiana come mezzo d’assalto per i sommozzatori impegnati nel sabotaggio di navi nemiche attraccate ai porti.

Zanaboni svolse missioni agli ordini del comandante Valerio Borghese, che ne decantò le lodi al Re Vittorio Emanuele III. L’attività di palombaro trovò però il suo massimo respiro negli anni dopo la guerra, soprattutto in quelli della ricostruzione.

Pino Zanaboni fece interventi lungo il Po intero, dal fiume il lodigiano ha tirato fuori di tutto, bombe e carri armati, barche affondate e pezzi di ponte. E anche tanti morti.

Quel che è certo è che per il palombaro della Bassa il Po era una passione. Ed altrettanto certo fu l’impegno che per tanti anni mise nella sua professione, tanto da meritare le onorificenze di Cavaliere ed Ufficiale della Repubblica Italiana, con diplomi firmati dal presidente Giuseppe Saragat e da Aldo Moro.

Numerose le imprese che hanno visto protagonista Zanaboni, impegnato con il suo scafandro a sminare il porto di Trieste oppure a salvare persone, come quel gruppetto di cinque lavoratori rimasti intrappolati in un cassone per una improvvisa piena del Po mentre erano impegnati nella costruzione del ponte coperto di Pavia. Tra i ricordi, anche quello tragico del recupero dei corpi di una ottantina di bambini morti dentro un pullman affondato nel 1947 nel lago di Zurigo. I funerali si svolgeranno domani alle 10 alla chiesa parrocchiale di Terranova dei Passerini, a piangere la salma del palombaro la moglie Giuliana e i figli Maurizio e Luca.

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