
Hanno lasciato la Bassa per trasferirsi in una casa sul Passo del Cerro, a 750 metri sul livello del mare tra val Trebbia e val Nure in provincia di Piacenza, e dedicarsi all’agricoltura, alla creazione di gioielli artigianali in legno e a uno stile di vita innovativo e antico allo stesso tempo. È la scelta di Ivan Ferrarini, classe 1972, nato a Codogno e vissuto a San Rocco al Porto, e di sua moglie Sara Bernocchi, classe 1981, codognese di nascita e vissuta a Castiglione. Meccanico tornitore lui (dopo gli studi professionali), attiva nel restauro conservativo delle opere d’arte lei, Ivan e Sara un primo passo verso quella che sarebbe diventata la loro casa fra i boschi l’hanno fatto nel 2000 quando si sono trasferiti a Piacenza continuando i rispettivi percorsi lavorativi fino al 2013, l’anno della svolta dopo il matrimonio celebrato nel 2009. «La città ci andava stretta e volevamo dare una svolta ecologica e agricola al nostro progetto di vita - spiegano -. L’idea iniziale non era tanto trasferirsi in montagna quanto di trovare la terra e lo spazio di cui avevamo bisogno finché abbaiamo letto un annuncio che ci ha incuriositi». Era quello di una casa in sasso (con terreno annesso) sopra Bettola, sul Passo del Cerro. Ivan e Sara l’acquistano, restaurano parte dei fabbricati poi mettono mano (e lo fanno tutt’ora) al terreno per renderlo coltivabile. Creano un’azienda agricola: «Inizialmente abbiamo abbracciato l’agricoltura in una logica di sussistenza poi la cosa ha preso piede. Oggi produciamo frutti di bosco, frutti antichi, spezie e ortaggi coltivati naturalmente secondo i principi della permacultura, adattandoci alla conformazione del territorio. Abbiamo un piccolo allevamento di oche e pollame anch’esso nel rispetto degli animali che vivono con noi, senza alcuno sfruttamento intensivo. Dalla silvicoltura produciamo trucioli e cippato per pacciamatura, zootecnia, e accendifuoco». Fra i progetti a medio termine c’è un agriturismo: «Offrirà ospitalità rurale, prodotti tipici e cucina locale e attività come i corsi di tornitura - elencano marito e moglie - oltre ad avvicinare l’ospite ad antichi mestieri e alla riscoperta di un mondo rurale dove i tempi sono dettati dalla natura». Proprio tornitura e lavorazione del legno, grandi passioni di Ivan, sono due attività che garantiscono un reddito che si affianca a quello dell’azienda. In laboratorio Ivan mette a frutto la propria esperienza ventennale (traslandola però dal metallo al legno) e lavora ciocchi e radici provenienti dalla silvicoltura e travi e altri legni antichi sopravvissuti ad abbattimenti e crolli di fabbricati. L’impatto ambientale è quindi pari a zero: «Non abbattiamo alberi sani» assicura Ivan. Dai pezzi di medie e grandi dimensioni nascono al tornio vasi, ciotole e vassoi. Dagli scarti, invece, piccoli gioielli artigianali come pendagli e monili in cui il legno è accostato o riempito nelle sue fessurazioni con resina epossidica. «È quella usata per pavimenti e imbarcazioni - spiega Ivan -. Ho alcuni stampi in gomma siliconica dove inserisco i pezzi di legno seguendo l’idea che voglio realizzare. Colo la resina negli spazi vuoti, attendo l’indurimento, taglio e levigo». La resina pura, trasparente, può essere colorata con pigmenti in polvere o riempita con piccole pietre di colorazioni differenti. Ne escono bellissimi pezzi unici che Ivan mostra sul sito www.woodstornituralegno.com (e sulla pagina Facebook “Gioielli woods”) e vende in fiere e mercatini. Una vita di lavoro che i due affrontano rimboccandosi le maniche: «La soddisfazione ripaga della fatica, la qualità della nostra vita è migliorata. Con il Lodigiano abbiamo contatti, le nostre famiglie vivono lì. La soddisfazione di portare avanti un percorso lavorativo e di vita indipendente però è impagabile».
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