
Chiusura col botto. Venerdì sera, presso il centro polivalente di Santo Stefano, le associazioni “Libera…mente” e “On the Road” hanno chiuso la kermesse “Social people festival” ospitando Filippo Inzaghi, e registrando il cosiddetto pienone: dal bimbo emozionato per una foto da ricordare all’adulto con Gazzetta» d’epoca da farsi autografare, passando per la mamma interessata anche ad altro, «Pippo, sei più bello dal vivo che in televisione!».
La serata è stata un successo e oltre all’aspetto emotivo evocato dall’ospite d’onore si è parlato di etica applicata al mondo dello sport.
E Pippo ha saputo tenere incollati alle sedie i tanti accorsi per più di un’ora, prima di ripartire verso Milano e lasciare il microfono allo specialista in tossicologia medica Renato Zurla, presenza fissa nei quattro incontri precedenti che ha chiuso parlando di doping.
«Tutti i miei gol sono stati frutto della perseveranza e dei sacrifici, senza passare per scorciatoie come il doping. Il segreto? Mangiare bene, andare a letto presto - ha spiegato l’ex campione di Piacenza, Atalanta, Parma, Leffe, Verona ma soprattutto di Juventus e Milan - e non confondere mai la presunzione con l’ambizione, perché con quest’ultima si può ottenere tutto ed è quello che è successo a me: i miei 5 gol nelle finali del 2007 (due in Champions, uno nella Supercoppa Europea e due nel mondiale per club, ndr) sono una cosa straordinaria e se non ci sono riusciti nemmeno Messi e Ronaldo, posso dire di essere un buon esempio per i giovani».
Poi ecco il fuoco di fila delle domande poste dai presenti, cui Pippo ha risposto in maniera divertita: «Allenare i ragazzi del Milan è stata un’esperienza straordinaria in quanto loro erano una spugna e assorbivano tutti i miei insegnamenti».
E ancora: «Io mi vanto di non aver mai rifiutato un autografo a nessuno, del resto ricordo quando da bimbo mio papà mi portava a vedere il Piacenza e cercavo di avvicinare i miei idoli dell’epoca».
Sull’integrazione razziale, tema quanto mai caldo oggigiorno non ha dubbi: «Ho avuto tanti compagni stranieri e non ci sono mai stati problemi. Quando si rispettano le regole le cose vanno bene».
Il ragioniere Inzaghi («I miei genitori sono stati la mia fortuna, obbligandomi a finire il percorso scolastico», ha rivelato), che è astemio, non fuma ed è tutt’ora fissato col mangiar bene («Sono famoso per la bresaola..»), ha concluso gettando manciate d’ottimismo: «Io mi reputo molto fortunato e forse per questo vedo tutto molto bello. Uno deve sempre guardare avanti e in questo modo credo si possa vivere più serenamente». Un ragazzo normale divenuto campione. Il messaggio? Facendo leva sui giusti valori si può tutto.
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