Inagibili e affollati, il caso degli immobili che ospitano i profughi

Brembio e Terranova, controlli sugli edifici che ospitano i richiedenti asilo, provvedimenti in arrivo da parte dei comuni. Dopo l’iniziativa della prefettura di Lodi, che la settimana scorsa ha inviato a Brembio ulteriori 20 profughi, facendo salire a 69 il numero complessivo di migranti ospitati in nove bi e trilocali di via Montegrappa , e altri 28 a Terranova in uno stabile che non ha l’agibilità e dove mancano acqua calda e illuminazione (garantita da generatore), i comuni non stanno a guardare e portano avanti la loro battaglia per il rispetto delle regole. In entrambe le situazioni, prima ancora che l’accoglienza, è infatti messo in dubbio il rispetto della normativa da parte della prefettura di Lodi. A Brembio, dove da agosto scorso sono ospitati tra i 40 e i 50 profughi, il sindaco Giancarlo Rando ha chiesto l’intervento dell’Ast di Milano e Lodi (ex Asl) per determinare se ci sia sovraffollamento. Secondo i tecnici comunali, il condominio può ospitare al massimo 36 residenti, oggi sono quasi il doppio, 69. «L’Ast è uscita subito, e ha chiesto della documentazione al proprietario dell’immobile – spiega il sindaco Rando -. Al momento a noi è stato comunicato che i servizi igienici sono a posto, ma è il tema dell’abitabilità a fare la differenza. Aspettiamo la relazione finale. Se ci indicherà che è tutto in regola, se ne assumeranno la responsabilità, se invece sarà indicato un sovraffollamento, trasmetteremo il documento in prefettura e valuteremo come intervenire. Noi abbiamo dato prova di buonsenso e abbiamo accolto diversi richiedenti asilo, cercando di integrarli con progetti e iniziative. Ma 69 in quello stabile sono troppi, ci sono giovani uomini insieme a giovani mamme con neonati, in sette o otto in alloggi per due o tre persone, una situazione non dignitosa e insostenibile».

A Terranova invece i richiedenti asilo sono arrivati in uno stabile di via San Giacomo, l’ex alloggio di un custode delle vecchia fabbrica abbandonata da anni. La prefettura ne ha inviati 28, senza avvisare il sindaco, in uno stabile di cui in Comune non risulta esserci l’agibilità. Una prima multa per lavori non autorizzati, prima dell’arrivo dei profughi, non ha impedito l’operazione. Ora amministrazione comunale e prefettura avranno un confronto, ma intanto il Comune non sta con le mani in mano. «C’è stato un sopralluogo di tecnici e agenti di polizia locale, che stanno predisponendo la relazione – spiega il sindaco Roberto Depoli -. Al primo riscontro risulta che siano in esecuzione altri lavori per i quali il Comune non è stato informato e di cui non c’è autorizzazione. Ci sono diversi profili di irregolarità edilizia, a partire dall’assenza dell’agibilità. Qualcuno ci fornirà qualche indicazione».

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