In ospedale a Codogno arriva un reparto di oncologia con dieci stanze e sedici posti letto

Saranno operativi due specialisti e una dozzina di infermieri, in turnazione con il Maggiore di Lodi

Entro fine anno all’ospedale di Codogno aprirà un reparto di oncologia. A darne notizia è il direttore generale dell’Asst di Lodi, Salvatore Gioia, spiegando nel dettaglio la pianificazione: «Stiamo lavorando su un reparto di 10 stanze e che potrebbe ospitare fino a 16 posti. In accreditamento a Casale abbiamo 12 posti letto, ma se andiamo a vedere il tasso di occupazione è anche più basso. Dodici sono già superiori ai posti ogni 10mila abitanti, ma puntiamo al massimo possibile».

A Codogno il reparto oncologico troverà spazio nell’ex medicina per uomini al secondo piano, già oggetto di un intervento di riqualificazione disposto dallo stesso Gioia tra fine 2020 e inizio 2021. Quando, in vista della seconda ondata Covid, il timore di un aumento dei ricoveri aveva fatto correre ai ripari e predisporre ulteriori spazi. Al momento sono in fase di ultimazione i lavori edili, di impiantistica e mancano i bagni nelle camere. Quanto al personale dedicato, l’Asst ha già espletato il bando per l’assunzione di altri oncologici che vanno a rimpinguare l’organico dell’oncologia a Lodi da cui dipenderà il reparto di Codogno. E sono attualmente aperti due bandi per integrare il personale infermieristico: «Stiamo finendo le prove orali del primo e in questi giorni stiamo ricevendo le candidature per il secondo - precisa Gioia -. A Codogno ci saranno 2 oncologi e 10-12 infermieri. Con il dottor Giovanni Ucci, storico primario dell’oncologia dell’ospedale di Lodi, oggi capo-dipartimento, dovremo garantire la turnazione del personale tra l’ospedale del capoluogo e Codogno».

Day hospital e radioterapia restano invece a Casale, come annunciato dallo stesso Gioia alla Commissione per la difesa dell’ospedale casalino, nella riunione che si è tenuta giovedì alle 17 in remoto.

«Non è importante che il reparto per acuti vada da Casale a Codogno, quello per cui ci battiamo è che i nostri due ospedali, di Codogno e Casale, se non tornino come prima perché è abbastanza improbabile, abbiano almeno la loro dignità, considerando che da più di un anno e mezzo questi letti non sono stati più utilizzati e tanti malati sono andati altrove, laddove l’oncologia di Casale era un fiore all’occhiello - riflette Gian Antonio Ongis, pneumologo in pensione, con alle spalle 40 anni nella sanità pubblica, e oggi presidente del Comitato civico in difesa dei due nosocomi -. I tempi non saranno brevissimi, ma contiamo che si marci in questa direzione» .n

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