In 20 a rischio alla Lever

Volumi ed efficienza a livelli record ma c’è un nuovo rischio esuberi in Unilever dopo che l’azienda ha dichiarato ieri ai sindacati che esiste un «problema occupazionale» nei reparti intermedi, dove lavorano una ventina di lavoratori: tra 15 giorni la multinazionale presenterà il conto.

Ieri mattina si è tenuta in Unilever un incontro tra sindacati e vertici dell’azienda per fare il punto della situazione sull’anno che va a chiudere e sulle prospettive. L’azienda ha raccontato a sindacati e lavoratori una realtà a doppia faccia, con numeri record per il 2012, buone prospettive per il 2013, ma qualche criticità di troppo nei reparti di semilavorazione del T&D e della solfonazione, a rischio chiusura con relativi esuberi in vista.

Da anni i vertici spiegano che il T&D è un reparto non più remunerativo e spesso qui negli ultimi mesi è stata applicata una lavorazione parziale per il calo dei volumi. Su questo reparto, dove lavorano nove dipendenti, si erano sempre concentrate le preoccupazioni dei sindacati perché la volontà di dismetterlo da parte dell’azienda era piuttosto evidente da almeno 12 mesi a questa parte. La vera novità negativa dell’incontro di ieri riguarda il reparto della solfonazione, con 12 dipendenti: anche per questo reparto di semilavorazione ci sono problemi di produttività secondo i vertici, e il dichiarato «problema occupazionale» riguarda anch’esso.

I dirigenti Unilever, quasi a fine incontro, hanno presentato la questione come un problema relativo alla sostenibilità dei reparti intermedi. A specifiche domande da parte dei sindacalisti è emerso che il problema potrebbe manifestarsi nella chiusura dei due reparti e che riguarda anche la tenuta dei livelli occupazionali.

«Siamo tutti molto preoccupati perché non ci aspettavamo manovre di questo tipo visto che si è conclusa da poco un’altra operazione di mobilità costata 170 posti di lavoro e visto i buoni numeri presentati riguardo la fabbrica», dice il segretario della Filctem Cgil Francesco Cisarri.

La prima parte dell’incontro aveva descritto una realtà di fabbrica in ottimo stato di salute,del resto, come spiega il rappresentante Rsu Stefano Priori della Cisl. «La dirigenza ci ha presentato un ottimo dato sulla sicurezza dello stabilimento, che quest’anno non ha avuto incidenti, volumi vicini al record storico di Casale e valori di efficienza saliti dal dato storico del 55 per cento a oltre il 60 per cento, che era l’obiettivo della multinazionale - spiega Priori -. Per contro ci sono difficoltà legate alla situazione italiana per il costo dei trasporti e per il costo dei salari. La questione degli intermedi è tutta da valutare, e aspettiamo che l’azienda ci spieghi qualcosa di più in un prossimo incontro dedicato che dovrebbe tenersi tra un paio di settimane».

La tendenza di Unilever in Europa è quella di chiudere le produzioni proprie a minor margine, come appunto i semilavorati, e assegnarle a società terziste. Il timore è che lo stesso accada a Casale, con nuovi esuberi da affrontare.

© RIPRODUZIONE RISERVATA