Il parco della Tav nel degrado

Sul parco Tav sembra che sia passato un treno. La maxi distesa verde, costruita sul tunnel della linea ferroviaria ad alta velocità, versa in pessime condizioni. L’erba è incolta, alta, secca. Qualche vialetto oramai è scomparso sotto le sterpaglie. Le panchine di legno delle aree relax sono in parte rotte e circondate da erba. Stesso destino è toccato agli attrezzi. Il cartello del parco con le spiegazioni giace abbattuto. Queste sono le condizioni in cui versa il parco Galleria che sorge fra Somaglia e Senna.

2011, il parco Tav è di fatto una gigantesca area verde corredata anche da piste ciclabili e panchine, che sorge sopra la galleria dell’alta velocità. Si tratta di un’opera voluta dai comuni di Somaglia e Senna come mitigazione alla costruzione della linea ferroviaria ad alta velocità Milano-Bologna, che i due enti hanno ottenuto di far realizzare interrata.

Il parco si estende per 65.600 metri quadrati sul territorio di Senna e per 35mila metri quadrati sul terreno di Somaglia. Lo scorso anno però Provincia di Lodi, Comune di Somaglia e Comune di Senna Lodigiana hanno siglato un patto per la gestione e promozione del parco Tav. Anzi, del parco Galleria. Questo infatti è il nome assegnato allora dai tre enti. Si tratta di un protocollo che di fatto ha impegnato palazzo San Cristoforo a mettersi in gioco per la promozione turistica del parco, suddividendo fra Somaglia e Senna i compiti per la gestione. Spese comprese. Ente capofila della convenzione risulta Somaglia che si è accollata il 55 per cento degli oneri. Senna contribuisce ai costi per il 45 per cento. Secondo queste percentuali sono state dunque ripartite le spese per la manutenzione del verde stimate a 4mila euro all’anno.

«É chiaro che questa convenzione non stia funzionando in maniera adeguata - hanno attaccato i referenti della Lega Nord di Somaglia - e lo stato in cui versa il parco ne è la dimostrazione».

«Non si può pensare di gestire un’area così grande, affidandola solo alle cure di un agricoltore che raccoglie l’erba per fare fieno - hanno continuato - e ai volontari per le finiture». «Noi non siamo mai stati convinti degli accordi fatti per la gestione del parco, - hanno proseguito - che senza dubbio ha delle grosse potenzialità ma se non viene sfruttato nella maniera adeguata, non ha senso». La stessa pista ciclabile che lo attraversa, per il Carroccio, dovrebbe essere collegata e valorizzata nel contesto della ciclabilità provinciale.

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