Il Nobel italiano a Francesco Salamini

Il prestigioso premio Internazionale Galileo Galilei, considerato il Premio Nobel Italiano, vedrà protagonista quest’anno uno dei padri del Parco Tecnologico Padano: Francesco Salamini.

Allo scienziato di Castelnuovo Bocca d’Adda, ancora innamorato della sua Bassa, verrà consegnato il prossimo 6 ottobre, presso l’Aula Magna dell’Università di Pisa, il premio Galileo Galilei per le Scienze Agrarie. Promosso dai Rotary Club Italiani, vanta una giuria internazionale che, all’unanimità, ha riconosciuto il valore dell’esperienza scientifica del professor Salamini che, dopo aver lavorato e guidato per diversi decenni centri di ricerca in tutto il mondo, si è dedicato a far entrare anche il Lodigiano nel gotha della scienza mettendo il suo prestigio al servizio del progetto del polo di Lodi. «Quando è nata - ricorda Luigi Tarenzi, l’altro padre del Parco Tecnologico - l’idea di realizzare a Lodi, assieme all’Università, anche un centro di ricerca innovativo nel settore agroalimentare, ho telefonato a Colonia, dove avevo saputo che un lodigiano era direttore generale di uno dei più prestigiosi centri di ricerca tedeschi. Era Francesco Salamini, il quale si è subito detto disponibile a contribuire al progetto. Dopo esserci incontrati di persona al Centro di Ricerche di Stezzano, a Bergamo, mentre lavorava con i suoi ricercatori nei campi sperimentali di mais, con tanto di cappellone di paglia e stivaloni, cominciammo a collaborare per dar vita al Parco Tecnologico e per farlo essere, come disse lui «una cosa innovativa per l’Italia, come si fa nei paesi del mondo più avanzati».

Francesco Salamini è quindi rientrato in Italia per diventare direttore scientifico del nascente Parco Tecnologico Padano riuscendo, anche grazie alla sua fama internazionale, a richiamare ricercatori italiani “fuggiti” a Colonia, ad Uppsala, a Guelph, nel Minnesota, a Montpellier, a Oxford, e, con loro, a costruire un centro ricerche di primo piano a livello internazionale. Oggi il Parco di Lodi è protagonista in ben 21 progetti europei svolti in collaborazione con oltre 140 centri di ricerca sparsi in tutto il mondo. Molto di questo è stato reso possibile proprio grazie a Salamini che ha ora lasciato la direzione scientifica di Cascina Codazza all’inglese John Williams, prima capogruppo di ricerca al Roslin Institute in Scozia, proprio a sottolineare la vocazione internazionale impressa al centro di ricerca lodigiano.

Salamini, pur dirigendo il centro di ricerca Edmund Mach di San Michele all’Adige in Trentino, rimane comunque un elemento importante per il Parco di Lodi in qualità di Presidente del Comitato Scientifico Internazionale che svolge una funzione di indirizzo e di valutazione della qualità della ricerca portata avanti nei laboratori lodigiani. É inoltre conteso da Roma, che sotto diversi ministri l’ha voluto tra coloro che disegnassero le linee guida per la ricerca in questo paese, seppur sempre meno finanziata. Il premio Galileo Galilei, il prossimo 6 ottobre, premierà non solo lo scienziato di fama internazionale, ma anche il lodigiano che ha saputo aiutarlo nel realizzare il sogno di una terra ancora capace di guardare al futuro puntando su ricerca e innovazione.

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