Il debito di 700mila euro per il “caso eredità” rischia di far saltare il bilancio, a Santo Stefano ore decisive per la giunta Testolina

Evitare il dissesto. È questione di pochissimi giorni, quelli che il Comune di Santo Stefano Lodigiano ha a disposizione per inserire a bilancio il debito della causa Ghiringhelli. Alla lettera sono 700.000 euro. Impossibili da coprire tutti subito. Farlo, appunto, significa il “default”, andare dritti verso un altro commissariamento dopo quello della giunta Pellini a seguito del caso Lodigiani. L’ex primo cittadino che era finito sotto inchiesta proprio per la partita che ora potrebbe far naufragare, di riflesso, l’esecutivo in carica. Un cerchio che rischia di chiudersi. Così in queste ore la giunta Testolina sta giocando la partita decisiva, per cercare di restare in sella. Di questo sì è dibattuto lunedì sera in consiglio comunale. Dove maggioranza e opposizione si sono trovate ancora una volta divise.

La minoranza, con un’interrogazione presentata in aula, ha chiesto di ricorrere in Appello. Non sono d’accordo il sindaco Marinella Testolina e la sua squadra, che invece da settimane stanno lavorando per arrivare a una “transazione” con le eredi Ghiringhelli: non per uno “sconto” sul dovuto, che le parti in causa sembrano con tutta evidenza decise a non voler concedere. Ma per una dilazione del pagamento. Solo spacchettandolo, mettendone un pezzo per volta, sul “conto” di questo bilancio e diviso sulle prossime annate, il Comune può evitare il dissesto. Per lo meno è la posizione della giunta, ribadita lunedì sera in aula dallo stesso sindaco Testolina. Ricorrendo in appello, il pericolo, trapela dall’esecutivo, è di irrigidire la controparte, che a quel punto potrebbe procedere a immediato pignoramento, considerando che il secondo grado non sospende l’esecutività della sentenza di primo. Di tutt’altro avviso resta però la minoranza. È un fatto che a giorni scadrà il termine non perentorio ma ordinatorio sì, di mettere il debito Ghiringhelli a bilancio. Integrale o dilazionato, che vorrà dire commissariamento o salvezza.