Ieri a Pavia l’autopsia sul cadavere di Orio Litta: ora si indaga su due morti

Acquisito il fascicolo sul caso di Inverno

Il pm Caterina Centola ha chiesto alla procura della Repubblica di Pavia copia degli atti dell’indagine per omicidio e occultamento di cadavere, archiviata dopo due anni nel giugno del 2009, relativa al ritrovamento nell’estate del 2007 di un corpo di un giovane uomo alto circa 1,80 centimetri, privato delle mani e con il volto deturpato, in un fossato irriguo in fregio al campo sportivo di Inverno e Monteleone. Questo a conferma che una delle piste investigativa punta su un “omicida seriale”, ma anche su una banda che si libera delle proprie vittime con un modus operandi teso a impedirne l’identificazione, «nell’ambito di indagini che però sono davvero a 360 gradi», rimarca il procuratore capo Gian Luigi Fontana. Non sono stati invece chiesti, «almeno per ora», gli atti alla procura di Roma per la donna fatta a pezzi e abbandonata a inizio marzo in un campo in uso a un istituto religioso alle porte della capitale, anche in quel caso non lontano da una strada.

Dall’autopsia dell’uomo di Orio eseguita ieri mattina a partire dalle 8.15 presso il Dipartimento di medicina legale dell’Università di Pavia, e finita solo verso le 14, stanno arrivando i primi elementi per dare una svolta alle indagini. «La causa della morte la conosceremo però solo tra qualche giorno alla luce degli esami istologici sui tessuti – chiarisce il dottor Maurizio Merlano -: questo non è un omicidio di routine, è un caso complesso per il quale sono importanti anche dettagli microscopici e il responso degli esperti di entomologia forense». Cioè degli studiosi di insetti. Che per primi hanno messo mano ai resti, ricomposti su un tavolo, e hanno prelevato campioni subito inseriti in buste sigillate e riposti in celle frigorifere.

I canonici sessanta giorni indicati dalla procura come termine per la consegna dei referti potrebbero, come spesso avviene anche per casi più semplici, venir quindi superati. Ma elementi utili verranno forniti agli inquirenti già prima, in tempo reale: già nella “sala settoria” di Pavia erano presenti militari del nucleo operativo provinciale dei carabinieri di Lodi, e, con Merlano, di turno in Dipartimento, anche Narducci, Edmondo Pea, medico legale di Casalpusterlengo “forgiato” a sua volta a Pavia, l’entomologa Simonetta Lambiase, un tecnico, e poi diversi medici specializzandi in medicina legale.

Perché questo, appunto, non è un caso di routine.

Il pool ha già accertato che il cadavere era stato trascinato e sta cercando di chiarire se la ferita che buca il torace da parte a parte all’altezza del cuore fosse stata inferta da un oggetto acuminato, un pugnale a stiletto o un punteruolo, o da arma da fuoco: dubbio che si era già posto ed era stato già risolto a favore della prima ipotesi nel “cold case” del morto ignoto di Inverno e Monteleone che a questo punto la procura pavese, se si trovassero altre coincidenze, dovrà riaprire.

Nei pressi del fondoschiena (il corpo era tranciato a metà all’altezza dell’ombelico, oltre che privato di testa e mani, non ancora ritrovate) sembra ci fossero lembi di pelle sfrangiati, a indicare forse che per sezionare il cadavere, già escluso che la barbarie si sia consumata sulla vittima ancora viva, possa essere stata usata una sega elettrica ad alta velocità, o qualcosa di simile, e l’abbandono della salma e la morte potrebbero risalire a non molte ore prima di giovedì, quando c’era stato il primo avvistamento e i resti erano stati scambiati per frammenti di un manichino: gli animali infatti non avevano ancora morso la salma.

Non hanno invece ancora dato esiti le operazioni di comparazione del dna presso il Ris di Parma: «Occorre tempo», spiegano dal reparto operativo dei carabinieri comandato dal tenente colonnello Andrea Matteuzzi. Dna per l’identificazione della vittima ma anche dell’omicida e di eventuali complici, che viene cercato sulla biancheria intima e anche sui jeans, ritrovati all’inizio della scarpata e posti sui resti durante i rilievi per evitare ai passanti immagini più raccapriccianti del necessario.

Jeans che per la procura sono compatibili con la taglia dell’uomo ammazzato e sezionato.

Ieri l’autopsia presso l’istituto di medicina legale dell’università di Pavia

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