I ladri violano la cappella dell’ospedale

Blitz nel luogo sacro: forzate le bussole delle offerte

“Cari ladri non rompete la cassetta, soldi non ce ne sono. Grazie”. Al biglietto scritto in corsivo e attaccato sul retro del portalumini, i ladri che sabato hanno fatto irruzione nella cappella dell’ospedale di Codogno non hanno badato affatto. Incuranti della sacralità del luogo e persino della ricorrenza pasquale, hanno forzato le bussole delle offerte e l’armadietto con gli spiccioli messi da parte nei giorni addietro, per poi ripulirli di tutto punto. Di bussole nella cappella ve ne sono tre, una sistemata all’ingresso a fianco del banchetto con i periodici e la bacheca degli avvisi, le altre due ai piedi delle statue votive. Difficile capire chi sia l’autore del brutto gesto, ma certamente qualcuno che sapeva dove cercare. Se i contenitori delle offerte sono in bella vista, l’armadio con custodite le monete e banconote per un centinaio di euro rubate dai ladri si trova infatti alle spalle dell’altare. Per cui i malviventi dovevano avere una certa dimestichezza con il luogo.

Ad accorgersi del furto è stata la mattina di sabato una delle suore che, con il cappellano don Santino Rognoni, stanno a fianco dei malati. «Ho notato che la bussola davanti alla Madonna era spostata - ha spiegato la religiosa -, mi è sembrato strano e nel controllare ho visto che il lucchetto era aperto e all’interno non c’era più niente». Inutile, dunque, la preghiera a lasciar stare contenuta nel biglietto posto sopra la serratura: i ladri hanno badato al sodo e si sono intascati le monetine che i malati e i loro familiari avevano donato nei giorni precedenti. Qualche decina di euro, che però vanno sommati al “gruzzoletto” riposto nell’armadio e al danno collaterale.

Per aprire i lucchetti i ladri hanno usato infatti le chiavi custodite nella cappella, ma anziché lasciarle lì hanno pensato bene di portarsele via. Tanto che la bussola nel corridoio, quella il cui ricavato va alle missioni delle suore in Messico ed Eritrea, da sabato mattina non è stato più possibile aprirla. Perché le chiavi sono state rubate. E non è certo se i ladri abbiano saccheggiato anche quella. Il “cubo” per le offerte ha il lucchetto chiuso e «non sappiamo se hanno aperto il lucchetto e poi rimesso dopo aver preso i soldi, oppure se non l’hanno toccato», confida la suora.

La cassetta ai piedi della Madonna invece è stata forzata, mentre l’altra davanti al Sacro Cuore era già senza chiusura. Il punto è che cambiare le serrature può costare qualche centinaio di euro. Le suore lo sanno bene perché non è la prima volta che la chiesina dell’ospedale è presa di mira. L’ultima risale a qualche anno fa: allora una delle bussole era stata addirittura sottratta e poi ritrovata nei pressi del bar San Marco a pochi metri dall’ospedale. Da lì il biglietto ammonitorio, rimasto però inascoltato.

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