Guerini tira la volata all’amico Ceretti

«Lo conosco da sempre e ne apprezzo serietà e competenza»

«L’augurio che vi faccio è di vivere questi ultimi giorni di campagna elettorale con serenità. Le proposte politiche in campo qui a Codogno, del resto, sono molte ma tra loro molto diverse: per programmi, impegno personale dei candidati, stile di approccio alla città. Non siamo tutti uguali: continuate a rimarcarlo con serenità alle persone che incontrerete. In bocca al lupo». Tappa codognese quella di ieri pomeriggio per il sindaco di Lodi Lorenzo Guerini, arrivato in piazza XX Settembre a sostegno di Vincenzo Ceretti, candidato sindaco della lista civica del centrosinistra “Codogno Insieme”. Di fronte ai propri candidati e a un drappello di sostenitori, Ceretti ha rimarcato il valore simbolico della presenza di Guerini a Codogno: «Far capire che, soprattutto nelle difficoltà dei tempi attuali, le amministrazioni non possono più permettersi di fare da sole». Ecco così la necessità di quel «patto di territorio» che la presenza di Guerini ha simboleggiato e su cui Ceretti ha dato garanzie, vuoi anche solo per le sfide ardue - in tema di sanità, ospedali, rifiuti - che il Lodigiano dovrà affrontare. «La necessità è di fare squadra», ha rimarcato Ceretti, pronto a sottolineare come “Codogno Insieme” abbia già nel suo dna «il metodo e lo stile della condivisione, del dialogo, del confronto». «Conosco bene Ceretti, da sempre ne apprezzo la competenza, la serietà e l’impegno», ha detto Guerini che ha sottolineato di guardare con «estremo interesse alle elezioni di Codogno, hanno un significato politico strategico». Quindi qualche riflessione sul ruolo istituzionale del primo cittadino: «Un ruolo complesso, soprattutto in tempi non facili come gli attuali: si deve pensare alle infrastrutture, ai servizi. La cosa più difficile è però un’altra: costruire una comunità fatta di persone che si muovono assieme». Tra una stretta di mano e un brindisi elettorale, Ceretti a margine dell’incontro ha approfittato per una replica agli attacchi della Lega, che lo aveva definito «un cattolico rosso dentro». «Se c’è qualcosa di rosso, è solo la passione e l’amore che ho per la mia città. Se la Lega passa agli attacchi personali significa che ha paura di perdere. Noi però a questi attacchi non rispondiamo, facciamo parlare la nostra proposta programmatica, già da sola in grado di dare una risposta più che efficace agli elettori».

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