Genitori al lavoro? A stirare ci pensa il Comune di Casale

I genitori lavorano entrambi e ci sono figli minorenni in casa, tempo non ce n’è mai, e allora per conciliare le esigenze della famiglia e della professione a stirare i panni ci pensa il Comune. Sono 24 le famiglie che si avvalgono del nuovo servizio ideato nell’ambito delle Politiche di pari opportunità dell’amministrazione di Casale. A pagare la stireria professionale, la Lavasecco Record di Casale, ci pensa il comune, con fondi regionali, e con il contributo delle aziende che hanno aderito all’iniziativa. Il progetto di conciliazione è organizzato dalla rete di soggetti pubblici e privati che aderiscono alla proposta “Fra il fare e l’essere: idee e progetti per il tempo ripensato”, attivo sotto varie forme dal 2014 a Casale e che ha portato anche alla costituzione delle botteghe e dei laboratori per bambini durante i periodi di chiusura della scuola (l’ultima a settembre prima dell’avvio dell’anno scolastico con 19 utenti), e all’istituzione dei servizi di pre-scuola (26 bambini) e di post-scuola (21 bambini).

Della rete fanno parte il Comune di Casale, con il patrocinio e i fondi del ministero della Pari Opportunità e di Regione Lombardia, la cooperativa Emanuele, la coop Il Mosaico, l’associazione Tuttinsieme, l’associazione Nippon Judo, e le due imprese private Anna Josè Parrucchieri di Codogno e il salone AJ di Monica Zeni di Casale. L’ultimo servizio proposto, in forma sperimentale fino a gennaio, è quello di stireria. Il tempo da passare in casa è poco, e stirare è una delle attività che sacrifica gran parte del tempo disponibile, soprattutto delle mamme. Per andare loro incontro, la rete ha istituito il progetto “Riprenditi il tempo”, un servizio di stireria affidato a una società privata a cui possono rivolgersi le dipendenti o i dipendenti del Comune e delle due aziende private aderenti alla rete, con nuclei familiari composti da entrambi i genitori lavoratori e la presenza di figli minori di età non superiore ai 15 anni. Il servizio prevede un peso totale di biancheria per ogni dipendente fino a 105,30 chilogrammi totali, con un peso medio settimanale di 8,7 chilogrammi (salvo quantitativi diversi da concordare con la stireria direttamente). A pagare ci pensa il Comune, con le imprese private che contribuiscono con un euro al chilo. «Altre attività avviate nell’ambito della conciliazione, i laboratori e i servizi di pre e post-scuola, sono andati nella direzione di facilitare i genitori a lavorare, questa iniziativa invece vuole restituire un po’ di tempo ai genitori per trascorrerlo in famiglia – spiega l’assessore alle Pari opportunità Grazia Scotti -. La risposta dei dipendenti è stata alta, ennesimo segnale che di tempo da recuperare c’è un gran bisogno. Sarebbe bello riproporre ed estendere il progetto, ma dovremo capire se ci saranno le risorse per riproporlo».

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