Febbre del Nilo, allarme nel Lodigiano

L’Asl avvia un piano di monitoraggio per catturare

le zanzare contaminate: il virus può anche causare un’encefalite letale nelle persone più debilitate

Allarme anche nel Lodigiano per la “West Nile”. La cosiddetta febbre del Nilo portata dalle zanzare infette ha già scavalcato il Po e, dopo i casi nel Ferrarese e nelle valli di Comacchio, è arrivata nel Piacentino. Il passo da lì al Lodigiano è breve. L’Asl di Lodi ha fatto partire l’allerta ed entro la fine della settimana e l’inizio della prossima provvederà ad installare 5 trappole per la cattura degli insetti nelle nostre campagne. La malattia, infatti, isolata nel 1937, in una zona dell’Uganda occidentale, è diventata famosa nel 2002, quando scatenò una vera e propria epidemia negli Stati Uniti. La malattia è per lo più asintomatica. Solo nel 20 per cento dei casi si possono avere febbre, vomito, linfonodi ingrossati e sfoghi cutanei. Nei casi più gravi, circa uno su 150, il virus può causare un’encefalite letale, soprattutto negli anziani e nelle persone debilitate.

«La zanzara della West Nile si infetta attraverso cornacchie grigie, gazze e tortore dal collare - spiega il presidente dell’ordine dei veterinari Luigi Galimberti -, poi attraverso le sue punture può trasmettere la malattia ai cavalli e all’uomo. In quest’ultimo la sintomatologia è leggera, ma in casi rari, soprattutto negli anziani può provocare una grave forma neurologica, meningiti ed encefaliti. Nel Ferrarese e nelle valli di Comacchio dove il virus è diffuso è in atto una sorveglianza da tempo. La trasmissione non è per niente facile e non è il caso di fare allarmismi. L’unica prevenzione è proteggersi con i soliti prodotti contro le zanzare. Anche i veterinari che si interessano degli equini, nel Lodigiano, si sono attivati per la sorveglianza di questa malattia». «Per catturare la Culex Piepiens, cioè la zanzara comune - spiega il responsabile del dipartimento veterinario dell’Asl Enrico Rossi -. metteremo 5 trappole in tutto il territorio. Faremo sorveglianza entomologica e sierologica sui cavalli. Domani (questa mattina, ndr) avremo un incontro con l’istituto zooprofilattico, l’ufficio caccia della Provincia e il corpo forestale per la sorveglianza passiva. Se le figure preposte al monitoraggio troveranno cornacchie, tortore e gazze morte le consegneranno all’istituto zooprofilattico». Rossi poi lancia un avvertimento ai lodigiani: «Non vorrei che succedesse come per l’jnfluenza aviaria - dice -: tutti quelli che trovavano piccioni morti, refrattari all’aviaria, li consegnavano a noi. I deputati alla consegna sono solo gli enti individuati». Le trappole saranno posizionate nelle zone umide. «Una - precisa Rossi - sarà collocata intorno a Castelnuovo, una tra Somaglia e Casale, una intorno a Mairago, un’altra alla Muzza di Cornegliano e una in un allevamento di cavalli a Lodi, sulle rive dell’Adda. Si tratta di speciali dispositivi con presenza di ghiaccio liquido che attireranno le zanzare in un sacchetto. Alle 7.30 del mattino ritireremo i sacchetti e li consegneremo all’istituto zooprofilattico per le analisi. Le maglie sono strette e se il virus c’è lo prenderemo sicuramente».

Cristina Vercellone

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