Fatture false, nuovo blitz della Gdf

Un noto commerciante di auto nuove e d’occasione del Basso Lodigiano, V.G., 67 anni, residente a Codogno, è stato arrestato giovedì mattina assieme ad altre dieci persone nell’ambito dell’operazione “Car wash” avviata due anni e mezzo fa dalla Guardia di finanza di Sondrio, allora guidata dal colonnello Marco Selmi, attualmente alla guida dei militari lodigiani. Una frode fiscale da 80 milioni di euro in quattro anni che conta complessivamente 83 indagati e che oltre al codognese finito in carcere a Lodi costa la misura cautelare degli arresti domiciliari anche ad A.G., 47 anni, commerciante di auto di Tavazzano, ritenuto dagli inquirenti uno degli organizzatori delle società “cartiere” che maturavano debito Iva e poi fallivano prima di pagare un solo euro; in carcere è finito anche M.P., 57 anni, di Segrate, commerciante all’ingrosso di auto.

Gli inquirenti ipotizzano false fatturazioni per 400 milioni di euro. Le misure cautelari, finora poco utilizzate per i reati fiscali, sono state concesse dal gip di Sondrio alle Fiamme gialle valtellinesi ora guidate dal colonnello Salvatore Paladini dopo che dalle indagini avviate dal comandante della compagnia sondriese Alessandro Pirrazzo avevano evidenziato che i concessionari di auto non erano inconsapevoli quando si procuravano vetture di ogni tipo, dalle Fiat Cinquecento fino alle Porsche passando per le Range Rover, a un prezzo mediamente inferiore del 20 per cento rispetto a quelli correnti o di listino. «Un lavoro basato su intercettazioni e pedinamenti, costato molta fatica ai finanzieri - sottolinea il colonnello Selmi i cui militari hanno eseguito gli arresti nel Lodigiano -, riteniamo che ci fosse la consapevolezza di praticare una concorrenza sleale». Finora in altri casi simili i venditori di auto si erano difesi sostenendo di non dover rispondere dell’evasione fiscale di chi vendeva loro le auto con fatture apparentemente regolari.

Nel Lodigiano è stato sequestrato un capannone di 2mila metri quadri il cui proprietario aveva appena finito di pagare il mutuo: una quota consistente dei sequestri “per equivalente” disposti per garantire allo Stato il recupero delle imposte evase. In tutto l’operazione, che ha coinvolto tre concessionari, alcuni con più di un punto vendita, attivi anche nelle province di Brescia, Mantova e Treviso, ha portato al sequestro anche di otto immobili residenziali, tra cui una villa con piscina, per 3,3 milioni di euro, di una cinquantina di auto di lusso per 3 milioni e di conti correnti e preziosi per un milione.

Le auto venivano acquistare prevalentemente in Germania e quindi scattava una “frode carosello” basata su compravendite fittizie con società austriache e polacche (gestite da italiani) e complesse triangolazioni. Le auto, nuove o “aziendali”, in realtà viaggiavano solo dalla Germania al concessionario finale, ma l’Iva da pagare allo Stato rimaneva in carico a società, quasi una ventina, gestite da 19 soggetti, che non dichiaravano nulla al fisco e che, una volta scoperte, erano già fallite. Intestatario, sempre un nullatenente che si ritiene venisse compensato con una percentuale minima del “risparmio fiscale”.

I controlli erano iniziati nel centro storico di Sondrio dove un concessionario, da solo, aveva venduto auto per 40 milioni di euro in quattro anni. Arresti e indagini hanno coinvolto duecento finanzieri.

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