Farmacia comunale, sciopero più vicino

Niente accordo tra sindaco e dipendenti: entro domani la data

La farmacia comunale va in sciopero: sindacati e amministrazione comunale ieri in prefettura a Lodi non hanno trovato un accordo ed è stato siglato un verbale di mancata conciliazione. Per la legge sullo sciopero nei servizi pubblici, la serrata potrà avvenire non prima del 9 maggio. La data effettiva dovrebbe essere resa nota tra oggi e domani.

Alla base del mancato accordo c’è l’assenza di qualsiasi tutela del posto di lavoro per gli attuali dipendenti nel bando di gara per la vendita della farmacia. I lavoratori chiedevano al comune di inserire nel bando una clausola che garantisse la conservazione del loro posto di lavoro per i prossimi cinque anni. Nella vendita della farmacia infatti i dipendenti passando dall’Azienda Speciale di Servizi a una proprietà privata perdono i diritti acquisiti e in particolare le tutele dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori sui licenziamenti. Una previsione di tutela del posto di lavoro è sempre stata inserita finora nei bandi pubblici per le vendite di farmacie comunali.

L’amministrazione comunale di Casale tuttavia non riconosce la legittimità di questa indicazione: imponendo questa clausola all’acquirente, si diminuisce il valore stesso della farmacia e si immette nel bando un possibile motivo di contestazione. Due posizioni insanabili per le quali amministrazione comunale e sindacati hanno cercato inutilmente una mediazione nelle ultime settimane.

A fine dicembre la Cgil aveva chiesto chiarimenti in merito al comune e senza avere avuto risposte era arrivata a proclamare lo sciopero. Per la normativa sui servizi pubblici, il prefetto ha convocato quindi le parti per il tentativo obbligatorio di conciliazione, e dopo un primo tentativo fallito, le controparti si sono incontrate ieri, ma senza trovare l’intesa. La farmacia andrà in sciopero.

«Da parte nostra non c’era altra scelta perché le proposte del comune per revocare lo sciopero non erano accettabili - spiega Antonella Protopapa, responsabile Cgil Lombardia per le farmacie -. La posizione di Casale costituisce un precedente molto grave perché per la prima volta un’amministrazione comunale sceglie di non tutelare i lavoratori: sappiamo che lo sciopero non bloccherà l’operazione, ma speriamo almeno di dare un segnale forte per tutti».

Il comune avrebbe proposto la disposizione di un fondo economico a cui attingere in caso di licenziamento come ammortizzatore sociale. Una scelta che per i sindacati invece di funzionare come deterrente a un eventuale licenziamento potrebbe addirittura costituire un incentivo.

«Purtroppo la proposta dei lavoratori è tecnicamente irricevibile - spiega il sindaco Flavio Parmesani -. La questione poi è solo teorica: dei sei lavoratori, una addetta amministrativa resterà in capo all’Azienda Speciale, una ha già annunciato di andare in pensione a settembre, un’altra ne ha i requisiti. Restano due operatori a tempo pieno e uno part-time, che sicuramente faranno comodo a chi vincerà il bando».

I lavoratori avrebbero sempre il diritto di prelazione, ma la cifra di vendita sarebbe importante, forse 2 milioni 700 mila. E allora l’auspicio del sindacato è semplice: «Speriamo che il bando vada deserto e la farmacia resti comunale».

Andrea Bagatta

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