Espropri per la 234, i soldi non ci sono

Gli agricoltori aspettano da un anno di essere risarciti dalla Provincia

Non hanno ancora visto un centesimo. Eppure c’è qualcuno che aspetta anche 800mila euro. Sono i proprietari dei terreni espropriati per la costruzione della variante alla 234. Un progetto ambizioso quello della circonvallazione che collega la strada per Maleo e arriva sulla via Emilia, fiore all’occhiello per Palazzo San Cristoforo, e di recente insignito di un maxi finanziamento di ben 7 milioni di euro, arrivati nelle casse dell’ente direttamente dal Pirellone. Per la realizzazione della variante, che per quanto riguarda la prima parte, quella che va da Maleo a Codogno, dovrebbe essere inaugurata a settembre, sono stati espropriati una serie di terreni agli agricoltori della zona. Con tutti l’amministrazione provinciale ha cercato un accordo. In molti caso trovato, senza difficoltà grazie alla collaborazione delle associazioni di categoria e la buona volontà di chi ci ha messo parte della propria terra.

«I primi accordi per la cessione bonaria delle aree sono datati giugno 2010 - spiegano dalla Coldiretti di Milano e Lodi - e questo significa che chi ha firmato quegli atti avrebbe dovuto ricevere l’80 per cento della compensazione per l’esproprio entro 60 giorni dalla firma, mentre il restante 20 per cento avrebbe dovuto arrivare a fine lavori. Nessuno dei nostri agricoltori, che sono circa la metà dei trenta coinvolti dagli espropri, ha visto un centesimo». Gli accordi sono stati firmati con scandenze diverse, ma tutti i proprietari finora hanno vissuto lo stesso “incubo“. «Qualcuno ha firmato a luglio, altri a settembre, altri ancora a novembre del 2010 - raccontano ancora dalla Coldiretti - : ma nessuno ha purtroppo riavuto quello che gli spetta».

Una situazione che ha creato non poche difficoltà. C’è chi ha ceduto porzioni di terreno considerevoli e che si aspetta cifre come 600 mila euro per arrivare ai casi limite di 800 mila euro. E chi invece può fare a meno di 6 mila che è quanto gli deve la Provincia di Lodi. Chi si è però privato di una grossa fetta di terreno, in molti casi, non può aspettare a lungo. «Spesso queste persone hanno rinunciato alla semina - continuano da Coldiretti - e quindi hanno meno guadagni. E di conseguenza urgenza di incamerare i loro soldi per poter acquistare nuovi terreni». Anche perché i primi accordi sono stati firmati quasi un anno fa. «La Provincia ci ha risposto che i fondi sono vincolati al rispetto del patto di stabilità - dicono da Coldiretti - : ora cerchiamo di capire cosa si può fare». I tavoli di concertazione sono già stati aperti. Le ipotesi prospettate, però, non convincono i proprietari. «Anche perchè si profilano opzioni di squilibrio tra gli agricoltori - dicono da Coldiretti - : per chi non è in crisi di liquidità, la possibilità è quella di dilazionare l’incasso in un paio d’anni. Per chi ha urgenza, perché l’attività è a rischio, è stata ipotizzato che la provincia chieda credito a degli istituti bancari, grazie alla Camera di Commercio. Seppur bassi, gli interessi sul prestito saranno a carico dei proprietari dei terreni. Che oltre ad avere i loro soldi in ritardo, dovranno anche pagare degli interessi non dovuti». Al momento, però, le trattative sono ancora aperte e la Palazzo San Cristoforo potrebbe esprimere un orientamento già nella giornata di oggi.

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