Esposto al prefetto sulla farmacia

«Sulla vendita devono esprimersi i cittadini»

Nessun rispetto delle procedure referendarie e dubbi sul valore economico della perizia: i comitati promotori dei referendum contro la vendita della farmacia si rivolgono al prefetto. La richiesta al prefetto è firmata dai rappresentanti dei comitati Andrea Bossi e Cristian Canova e arriva dopo quella di 15 giorni fa del Partito Comunista dei Lavoratori sulla delibera di vendita votata dal consiglio comunale.

L’elemento centrale di contestazione dell’operato del sindaco è incentrato sull’interpretazione dei tempi del referendum. I comitati promotori hanno raccolto più di 1200 firme per l’indizione dei referendum, e la giunta di Casale le ha convalidate nel luglio scorso. Da allora però, il sindaco non ha più contattato i comitati promotori né ha fatto loro alcuna comunicazione ufficiale. Ad agosto ha pubblicato il bando per la vendita della farmacia, e dei referendum, comunque solo consultivi, si è persa ogni traccia. Il primo cittadino Flavio Parmesani aveva preannunciato alla stampa che, secondo l’interpretazione del regolamento dei referendum, gli stessi si sarebbero dovuti tenere nella sessione autunnale dell’anno successivo a quello della raccolta firme, cioè nel 2013.

«La tesi del sindaco, appresa da dichiarazioni stampa, era che avrebbe venduto a ottobre la farmacia e che quindi il referendum fosse inutile, ma così non è stato perché il bando di asta pubblica è stato infine dichiarato deserto in data 15 ottobre 2012 non essendo pervenute offerte», scrivono Bossi e Canova nell’esposto al prefetto.

Ma c’è di più: i promotori chiedono al prefetto di intervenire anche in merito al valore della farmacia desunto dalla perizia. «Chiediamo un suo intervento anche in merito alla perizia di stima giurata commissionata dal comune alla società Lothar Srl - prosegue l’esposto -. Tale perizia ha definito in 2 milioni e 800mila euro il prezzo base d’asta, prezzo che è risultato molto eccessivo visto la mancanza di offerte all’asta. Studi in merito parlano di una stima reale sul milione e 800mila euro per una farmacia come quella di Casalpusterlengo. Vorremmo saperne di più in merito se possibile».

È un po’ stupito per l’esposto il sindaco di Casale Flavio Parmesani. «Sulle comunicazioni in merito alle procedure referendarie verificherò con gli uffici se ci sono state o ci si è persi qualcosa, ma la sostanza non cambia: le richieste di referendum fatte entro il 31 ottobre vengono svolte l’anno successivo, il regolamento è chiaro - spiega il primo cittadino -. Per quanto riguarda il valore della farmacia, si tratta di una perizia giurata fatta da un esperto di fama nazionale che ha al suo attivo più di 100 perizie di farmacie. Detto questo, non capisco la logica della richiesta: se fosse sottostimata, potrei capire la preoccupazione di una svendita, ma se fosse sovrastimata, per loro che importanza avrebbe?».

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