Epatite C in ospedale, scatta l’indagine

La direzione ha avviato un’inchiesta sul contagio di due pazienti

Due casi di epatite C in ospedale a Codogno, l’Asl e l’Azienda ospedaliera hanno aperto un’indagine. L’obiettivo è accertare se gli episodi sono legati o meno al ricovero ospedaliero dei due pazienti.

I fatti si sono verificati intorno al 10 luglio, ma gli episodi sono stati resi noti in questi giorni, in seguito alla denuncia dell’Asl. Una delle piste seguite riguarda l’unico esame in comune effettuato dai due ammalati: una Tac con liquido di contrasto, presso la radiologia di Codogno. I pazienti coinvolti, due adulti, sono già affetti da patologie piuttosto importanti: uno è malato cardiopatico e il secondo ha subito un trapianto di midollo. Dopo il ricovero nel reparto infettivi di Sant’Angelo, ora i pazienti sono stati dimessi. L’Asl ha chiesto alla direzione ospedaliera di accertare se le prestazioni e gli esami effettuati sono avvenuti nel rispetto completo delle procedure sanitarie. Per escludere che il contagio si sia verificato all’interno delle mura ospedaliere. Sarà anche l’esame delle provette di sangue congelate a stabilire, previa autorizzazione dei pazienti, se il virus era già in corso prima del ricovero. «Al momento - spiega la direzione ospedaliera in una nota - è ancora prematuro parlare di nesso causale tra ricovero e infezione. Sono in corso gli accertamenti interni. La sorveglianza epidemiologica spetta all’Azienda sanitaria che ha inviato a noi la richiesta di indagini per valutare se le procedure seguite sono state corrette. L’indagine interna è stata avviata».

Il liquido di contrasto della Tac viene iniettato con un ago, ma si tratta di materiali monouso e sterili. «Mi sembra davvero molto difficile - commenta un medico - che il contagio sia passato dal liquido di contrasto».

In questi giorni, sulle pagine di cronaca, sono rimbalzati i casi di infezione da tubercolosi al Policlinico di Roma e da clostridium al Policlinico San Matteo di Pavia. «Nel nostro territorio - spiega l’Azienda sanitaria in una nota - si sono verificati negli ultimi 6 anni 6 casi di epatite virale C acuta, compresi i 2 recenti. Questi numeri non sono tali da evidenziare un trend nella popolazione. Premesso che la patologia si trasmette per via parenterale ed il virus è a bassa contagiosità, nella approfondita inchiesta epidemiologica che viene effettuata su tutti i casi acuti si indagano tutte le possibili modalità di esposizione, dai comportamenti a particolare rischio agli interventi invasivi fino a quelli microinvasivi, sanitari e non, fermi restando i livelli di sicurezza ormai raggiunti in sanità grazie alle consolidate pratiche di sterilizzazione, all’introduzione di materiale monouso e alle approfondite indagini sul materiale biologico proveniente da donatori. Questi approfondimenti e controlli rientrano nella corretta prassi di intervento preventivo di igiene e sanità pubblica».

L’infezione acuta da epatite C (Hcv) può, a seconda dei casi, diventare cronica ed evolvere in cirrosi epatica.

Solo a indagine conclusa, si potrà stabilire se i due pazienti, scoperti positivi nello stesso periodo, si sono contagiati in ospedale.

Due casi di epatite C in ospedale a Codogno, l’Asl e l’Azienda ospedaliera hanno aperto un’indagine. L’obiettivo è accertare se gli episodi sono legati o meno al ricovero ospedaliero dei due pazienti

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