
Cronaca / Basso Lodigiano
Giovedì 07 Aprile 2011
Discarica Pantaeco, rischio chiusura
Troppe violazioni ambientali, la Provincia sospende l’attività
n Troppe “eco violazioni” e adesso la Pantaeco rischia di chiudere. Dopo le assortite e travagliate vicissitudini dei mesi scorsi (la denuncia per infrazioni sullo stoccaggio dei rifiuti, il sequestro poi revocato dell’impianto, fino al rogo presumibilmente doloso nel novembre 2010), la discarica di Coste Fornaci, tra Casale e Somaglia, è stata “congelata” per inadempienze dalla Provincia di Lodi. Il provvedimento, emanato dal dipartimento tutela territoriale ambientale e urbanistica, impone infatti la sospensione dell’attività per innosservanza di numerosi prescrizioni contenute nell’Autorizzazione Integrata Ambientale (l’Aia) concessa alla società nel 2007. Non solo.
Se la Pantaeco non avrà provveduto a realizzare i numerosi interventi di adeguamento richiesti dalla Provincia entro i prossimi sei mesi, la Provincia provvederà alla revoca definitiva dell’Aia e disporrà la chiusura dell’impianto; il tutto, va da sé, fatta salva la facoltà per l’azienda di ricorrere contro la sospensiva al Tar entro i prossimi due mesi, e al presidente della Repubblica entro i prossimi 120 giorni.
«I lavori li stiamo facendo, ora vedremo», si limita a dichiarare Giancarlo Paina, numero uno della Pantaeco, in attesa di leggere bene i dettagli della determina. Determina che, in undici pagine, ricostruisce sostanzialmente l’intensa odissea di controlli, verifiche e provvedimenti iniziati tra il 2 e il 3 marzo 2010, e che tra le varie infrazioni rilevarono come a Coste Fornaci fossero finiti 81mila metri cubi di rifiuti in eccesso, prologo al successivo sequestro dell’impianto disposto dalla procura ed effettuato dalla polizia provinciale il 24 marzo. La discarica venne poi dissequestrata solo l’8 di settembre, anche se tra un relazione dell’Arpa e le controdeduzioni (insufficienti) della Pantaeco anche nei mesi successivi furono rilevate svariate inottemperanze, dalle emissioni in atmosfera alle aree di stoccaggio dei rifiuti, passando per il degrado dei pavimenti delle stesse fino alle violazioni sugli scarichi delle acque meteoriche.
Così, mentre a Coste Fornaci divampavano i roghi (con presunto attentato a un macchinario, e pochi giorni dopo l’incendio di matrice dolosa alla Fergeo di Boffalora, società del gruppo) e le proteste dei lavoratori (quelli della cooperativa Arcolaio, per gli stipendi), la Provincia ha più volte sollecitato l’azienda ad adeguarsi, arrivando ad annunciare la sospensiva dell’Aia già in febbraio. Tra richieste di proroghe e un nuovo cronoprogramma dei lavori presentati dalla Pantaeco (il primo nel maggio 2010, l’ultimo il 16 marzo scorso), l’ultima relazione ha infine confermato l’inadempienza della società su diversi punti critici.
Si va dallo smaltimento/recupero dei famosi 81mila metri cubi di rifiuti “fuorilegge” fino allo smaltimento e al recupero del percolato, passando per l’impermeabilizzazione di alcune aree (transito, stoccaggio e movimentazione rifiuti in testa) e la realizzazione di una rete di raccolta e collettamento delle acque meteoriche della strada d’accesso al parco serbatoi e della piazzola di carico del percolato.
Ma gli interventi richiesti, in realtà, sono una ventina. E, tra gli altri, pretendono una maggiore attenzione nei monitoraggi ma soprattutto negli interventi strutturali e manutentivi veri e propri, affinché acque meteoriche, percolato e liquidi non costituiscano una minaccia per la falda, quest’ultima da difendersi anche con adeguati sbarramenti e barriere. Tanta cose, nel migliore dei casi in corso, ma non ultimate. E il tempo è quasi scaduto.
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