Disastro del Frecciarossa: martedì si apre il processo

A giudizio un funzionario di Rfi e quattro lavoratori di Alstom Ferroviaria per lo scambio che funzionava al contrario. Due operai già condannati a 3 anni in abbreviato

Si apre martedì prossimo in tribunale a Lodi il processo per ipotesi, tra le altre, di concorso in disastro ferroviario colposo e duplice omicidio colposo a carico di un funzionario di Rete Ferroviaria Italiana Spa e di quattro lavoratori di Alstom Ferroviaria, uno dei quali interinale, per il deragliamento del Frecciarossa 1000 Milano - Salerno lanciato a 298 chilometri orari alle 5.30 del mattino del 6 febbraio 2020 in corrispondenza dello scambio numero 5 del “posto movimento Livraga”, in territorio di Ospedaletto Lodigiano. Secondo l’accusa poche ore prima, a linea chiusa, fu installato su un deviatoio un attuatore Alstom uscito già difettato dalla fabbrica, che si muoveva al contrario; in rito abbreviato l’estate scorsa sono già stati condannati a tre anni di reclusione due degli operai di Rfi che quella notte installarono il componente fallato senza accorgersi fino in fondo della gravità del guasto, che provocò il repentino instradamento del treno verso un binario morto. I due hanno intanto presentato appello contro la condanna. Nell’incidente persero la vita i due macchinisti Giuseppe Cicciù, 51 anni, di Cologno Monzese, e Mario Dicuonzo, 59, di Pioltello, e dieci delle altre 30 persone a bordo riportarono lesioni gravi, venendo poi risarcite dal gruppo Ferrovie dello Stato e rinunciando quindi a portare avanti querele contro l’azienda. Parte civile solamente il sindacato Filt Cgil Lombardia.

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