«Diga sull’Adda, e le compensazioni?»

La Capezzera propone il progetto del canale navigabile

Se l’intenzione è quella di creare una diga sull’Adda, allora sarebbe il caso di iniziare a parlare di compensazioni per i lodigiani. L’assessore provinciale Nancy Capezzera interviene sulla spinosa questione della centrale idroelettrica di Castelnuovo, proposta dalla società Vis Srl della famiglia Biancardi, senza risparmiare un pizzico di polemica per come è stata gestita fino a questo momento la questione.

Dal suo punto di vista, infatti, serviva prima di tutto una concertazione con i Comuni interessati. E con palazzo San Cristoforo. «Dal momento che si tratta di un privato intenzionato a sfruttare un bene di tutti, il fiume - sottolinea -, mi sembra obbligatorio pensare a una ricaduta positiva per il territorio. La Provincia si è impegnata molto sul fronte della navigazione, valorizzando specialmente il “dio” Po, a questo punto si potrebbe pensare alla creazione di un invaso o di un canale proprio per questo scopo. Un’opera che dovrebbe essere realizzata prima, perchè poi sarebbe troppo tardi, è solo una proposta sulla quale si potrebbe ragionare. Auspico il coinvolgimento della Protezione civile, affinché siano valutati anche i rischi di un intervento come la costruzione di una centrale, con l’acqua non si sa mai, come ha dimostrato l’ultima alluvione». L’assessore tira le orecchie al Parco Adda Sud e anche alla politica, chiamando in causa l’ente che rappresenta: «La politica ha abdicato al suo ruolo, tratta questi temi come se fossero semplici autorizzazioni portate avanti da funzionari - dichiara -. Mi auguro che il Parco Adda adotti un trattamento uguale per tutti, perché sulle grandi operazioni si coglie sempre l’opportunità e si dice sì, quando invece sono le piccole aziende agricole o le cascine che hanno bisogno di autorizzazioni per minime questioni si fanno mille richieste e a volte si dice di no. Spero non siano usati due pesi e due misure». La Capezzera conclude con una riflessione sui contributi statali destinati alle centraline e, più in generale, alle energie rinnovabili: «È giusto mettere a disposizione degli incentivi - dichiara -, bisogna però rendersi conto che spesso sono stati sfruttati da chi ha fatto delle società ad hoc, lasciando poi a bocca asciutta le aziende agricole che ne avevano davvero bisogno e lasciando nella bolletta di tutti i cittadini il carico degli incentivi».

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