Grandi attese per l’incontro di questa sera, venerdì 1 marzo, a Castelnuovo Bocca d’Adda. Si tratterà di un confronto pubblico sul progetto della centrale idroelettrica che una società vorrebbe costruire sull’Adda. In poche parole, si parlerà della diga che tanto ha fatto discutere nelle ultime settimane.
L’appuntamento è fissato per le ore 20.30 - e le non le 21, come erroneamente è stato inizialmente indicato - presso il salone delle feste del Centro Due Torri di via Cavour a Castelnuovo.
Innumerevoli i relatori. Saranno presenti: Elena Maiocchi (assessore all’ambiente, parchi e tutela dei fiumi della Provincia di Lodi), Luca Canova (docente universitario di botanica), Ettore Fanfani (ingegnere e direttore del Consorzio Bonifica Muzza Bassa Lodigiana), Marco Daguati (geologo). Ci saranno i rappresentanti del Parco Adda Sud, dell’Aipo, della Coldiretti e di Confagricolturanonché i tecnici di Vis srl, committenti dell’opera. L’amministrazione comunale di Castelnuovo ha inoltre invitato Gianluca Pinotti (assessore all’agricoltura e ambiente della Provincia di Cremona, i sindaci della sponda cremonese di Crotta d’Adda, Spinadesco e Pizzighettone) e i sindaci della sponda lodigiana di Caselle Landi, Meleti, Maccastorna, Cornovecchio e Maleo. Moderatore della serata sarà Ferruccio Pallavera direttore del «Cittadino».
«In queste ultime settimane - dichiarano sindaco e amministrazione comunale di Castelnuovo - il dibattito attorno alla centrale idroelettrica sull’Adda è stato al centro di molte discussioni e ha interessato numerosi quotidiani locali finendo, talvolta, per essere anche strumentalizzato. L’amministrazione comunale, fino ad oggi, non ha manifestato apertamente il proprio parere non per disinteresse ma per fornire ai cittadini di Castelnuovo delle risposte complete. Il sindaco e la giunta comunale hanno preso parte (e continueranno a farlo nei prossimi mesi) a un percorso volto ad approfondire tutti gli aspetti che una struttura simile comporta e quale impatto la stessa potrebbe produrre. Non si ritiene possibile risolvere una questione così importante sulle pagine di un giornale, pur ripettandone il lavoro che esso svolge, o banalizzarla con delle semplici chiacchiere da bar».
L’amministrazione comunale castelnovese per la prima volta ufficializza il fatto di essere favorevole alla diga: «Non c’è contrarietà, da parte nostra, ad un’opera il cui fine sia quello di produrre energia elettrica attraverso fonti energetiche rinnovabili e che, in termini di emissione di chilogrammi di CO2 e di impatto ambientale, purché essa non risulti inquinante e non vada a destabilizzare l’equilibrio ambientale diquell’area. Saremo contrari, e lo diremo con forza, a quest’opera qualora la sua realizzazione possa comportare seri ed evidenti pericoli per l’incolumità della popolazione castelnovese e limitrofa».
Secondo il sindaco e l’amministrazione comunale i problemi sono tre. «Il primo. Valutare gli effetti di un possibile innalzamento della falda idrica sulla coltivazione dei terreni circostanti. Il secondo. Le esistenti opere di bonifica (del territorio compreso tra il fiume Adda e i vicini comuni lodigiani) potrebbero svolgere a fatica la fondamentale funzione di deflusso delle acque di fossi e canali irrigui. Il terzo. La garanzia della tenuta di tutte le opere di difesa passiva del territorio come argini e bacini artificiali».
Circa questo progetto è di ieri la reazione, molto dura, della Coldiretti di Milano Lodi Monza e quella di Cremona, che in un comunicato scrive: «Niente “colpi di mano” sulla maxi centrale di Castelnuovo. Adesso che il presidente Pietro Foroni è stato eletto consigliere regionale e per la Provincia di Lodi si prevede il commissariamento ci aspettiamo che nessuno acceleri sull’autorizzazione al progetto di sfruttamento delle acque dell’Adda proposto dalla società privata “Vis” che fa capo ad Antonio Biancardi di Maccastorna, patron dell’industria di trasformazione del pomodoro Solana ed ex presidente regionale di Confagricoltura. Prima di firmare qualsiasi autorizzazione bisogna valutare con estrema attenzione l’impatto che avrà su corsi d’acqua, terreni e falde».
«Anche perché - sostiene Coldiretti - si prevede di sbarrare il fiume fra Castelnuovo (Lodi) e Crotta (Cremona) per realizzare un impianto da 20 megawatt di potenza. “L’energia servirà al mio stabilimento di Maccastorna” ha dichiarato lo stesso Biancardi, confermando quello che Coldiretti sostiene da tempo: si tratta di un progetto che usa un bene di tutti, l’acqua dell’Adda, per un tornaconto economico privato. Il rischio è che decine di ettari di campi agricoli diventino inservibili per l’innalzamento della falda, che venga stravolto l’equilibrio ambientale e la morfologia del fiume e che sia messa in pericolo la tenuta delle sponde».
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