Deportato nel Sudafrica: l’epopea di guerra di Parmigiani

Senna, il figlio Francesco racconta la prigionia del papà: «Conobbe Nelson Mandela»

In lingua afrikaans “Zonderwater” significa “senz’acqua” ed è il nome di un campo di prigionia esistito in Sudafrica, in cui furono prigionieri più di centomila italiani tra il 1941 e il 1947. Se ne parla in un approfondimento disponibile dal 4 maggio su Sky, ma la maggior parte delle persone non è a conoscenza di questa storia, che pare essere stata dimenticata dai libri di storia. A conoscerla bene è invece Francesco Parmigiani, di Senna Lodigiana, il cui padre, Angelo, fu prigioniero di quel campo dal ’41 al ’46. Mancato nel 1987, al figlio non ha mai raccontato molto di quell’esperienza, ma lui, mosso dalla passione per la storia e dal grande affetto che lo legava al padre, nel 2019 ha sentito il bisogno di saperne di più e ha iniziato a raccogliere informazioni, prima attraverso il distretto militare di Milano e poi grazie all’ambasciata italiana di Pretoria. Angelo Parmigiani - a cui nel 2019 è stata riconosciuta la Croce al Merito di Guerra - era nato a Milano il 13 marzo 1918. Svolse il servizio militare a Napoli e quando l’Italia entrò in guerra fu imbarcato per la Libia. Fu catturato e fatto prigioniero dagli inglesi e internato ad Alessandria d’Egitto. Fu poi imbarcato per il Sudafrica e dopo essere sbarcato a Durban venne internato in altri campi di concentramento e per ultimo a Zonderwater. Fu rimpatriato nel ’46, quando, dopo un viaggio durato quasi un mese, sbarcò a Napoli e arrivò a Milano dopo quasi quattro mesi, in condizioni inenarrabili: pesava solo 36 chili.

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