
Cronaca / Basso Lodigiano
Venerdì 08 Luglio 2011
Crescono i cinghiali, sos dai campi
Salgono a 23 gli esemplari alle Monticchie, il parco li allontana
Due cucciolate di cinghiali a Monticchie. E gli esemplari, tra piccoli e adulti, salgono a 23. Troppi e un pericolo per l’agricoltura, secondo la direzione della riserva. Tanto da spingere alla decisione di catturare gli animali e affidarli a un allevamento. «Le nostre telecamere - spiega il direttore Luca Canova - hanno evidenziato due cucciolate di 9 e 4 cingiali, una a maggio e l’altra a giugno. Insieme agli adulti, gli esemplari presenti saranno circa 23. Questi animali però rappresentano un pericolo per l’agricoltura. Se entrano in 2 in un campo lo arano completamente. Coldiretti è già in allarme. Avevamo già avuto avvisaglie del loro arrivo in provincia di Piacenza e anche nel Lodigiano alcuni esemplari erano stati catturati dalla polizia provinciale. Il loro ingresso in pianura rappresenta un dramma. Fino all’inizio dell’800 i cinghiali popolavano il Lodigiano, poi, in virtù della caccia, sono scomparsi». Sono rimasti lontani fino a quando i cacciatori non li hanno ibridati con i maiali, ai fini venatori, per renderli più facilmente catturabili, e li hanno reintrodotti.
«L’unico elemento positivo - annota Canova - è che Monticchie è certamente molto apprezzata dalla fauna selvatica. Questo è un risconoscimento per il buon lavoro che è stato fatto in questi anni sotto il profilo tecnico e amministrativo. La comparsa del cinghiale era prevedibile. Quello che non immaginavamo era lo stabilirsi di un nucleo riproduttivo in così breve tempo».
«Secondo me - commenta il diretto re del Parco Adda Sud Riccardo Groppali - i cinghiali rappresentano un pericolo anche per gli automobilisti; trovarseli all’improvviso, in mezzo alla strada, di notte, è pericoloso. La loro cattura non è una tragedia dal punto di vista naturalistico. Il loro non è un reinsediamento spontaneo, come può essere quello del capriolo, e per giunta ci troviamo di fronte a una specie che non ha nemmeno tutte le carte in regola, essendo mischiato con il maiale».
Quindi via libera al prelievo. «Li daremo ad alcuni allevamenti - spiega Canova -, ci siamo assicurati che li tengano a fini didattici e che non gli facciano prendere la strada del supermercato. Anche la regione dovrà pensare a come intervenire, altrimenti si finirà come con le nutrie. Presto o tardi il cinghiale si espanderà. Non bastano le dichiarazioni di principio per risolvere le cose. Non spetta all’ente gestore di Monticchie dire che cosa fare fuori dalla riserva naturale; sarebbe auspicabile una regia regionale, con la finalità di dare strumenti per la gestione, facilitare la cattura e la stabulazione di animali nelle aree protette, autorizzare l’abbattimento in aree delicate e anche prevedere interventi di risarcimento per i danni in agricoltura. Se ci si muove per tempo, il problema può essere gestito. Se si aspetta, si va incontro a problemi futuri. Noi, intanto, proviamo a risolvere il problema locale. Se ci riusciamo con metodi ecologici, bene, altrimenti dovremo pensare a un intervento drastico, ma abbiamo ancora qualche mese di tempo».
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